FOLIGNO – Non finisce mai di stupire per il suo impegno e soprattutto per la sua capacità di coinvolgimento, l’associazione “Il Muro di Bottom” di Foligno che da ben 28 anni porta avanti il proprio progetto “Insegnanti e Teatro”, il cui obiettivo è quello di mantenere alta l’attenzione sul palcoscenico con focus dedicati agli autori più importanti, smontando e rimontando opere teatrali insieme ai partecipanti alle attività.
Per il 2019 l’evento più atteso è quello che allo Spazio Zut di corso Cavour vede portare in scena – venerdì 24 maggio, alle ore 21 – nientemeno che “Herik Ibsen – Il Sole vuoto”. L’attività si è infatti concentrata su quello che è considerato il padre della drammaturgia moderna, lui che (drammaturgo norvegese) è riuscito a portare in teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca, mettendone a nudo le contraddizioni. E per questo montaggio scenico originale è stato chiamato un regista contemporaneo particolarmente amato, soprattutto dai folignati: Valter Romagnoli.
E’ lui a spiegarci qual è stato il tipo di lavoro che ha voluto creare appositamente: “Per il progetto ‘Ibsen’ ho applicato una regola: non c’è ricerca senza tradizione, non c’è tradizione senza ricerca. Ancora: trattandosi di una lettura scenica interpretativa ho utilizzato leggii. La ricerca svolta da ‘Il Muro di Bottom’ sui testi di Ibsen ha portato alla stesura di un ricco elaborate dal quale sono stati tratti otto drammi da portare in scena – sottolinea ancora Valter Romagnoli – non ho seguito l’ordine cronologico delle opere per le letture, ma la mia scelta è stata dettata dall’intenzione di appassionare e incuriosire il pubblico. La riduzione e l’adattamento delle opere ha raggiunto livelli estremi nel voler realizzare quadri che, attraverso veloci pennellate, tralasciano Ia narrazione per offrire la scena ad una ‘poesia teatrale’ rivolta, nel finale, ‘verso le cime, verso le stelle, verso il grande silenzio…’”.
Quella presa in esame da “Il Muro di Bottom” è sostanzialmente quella fase del teatro sociale di Herik Ibsen, da “Et dukkehjem” (“Casa di bambola”, 1879), scritto ad Amalfi e imperniato su una figura femminile (Nora) che si ribella al marito ma soprattutto alle ipocrite leggi della società in cui vive; a “Gengangere” (“Gli spettri”, 1881), “En folkefiende” (“Un nemico del popolo”, 1882), “Vildanden” (“L’anitra selvatica”, 1884), Rosmersholm (“La casa dei Rosmer”, 1886), Fruen fra havet (“La donna del mare”, 1888) e “Hedda Gabler” (1890). Drammi dai quali emerge chiaramente l’idea dell’impossibilità dell’uomo di realizzare la sua aspirazione al sublime.
Temi decisamente non troppo lontani dai nostri tempi, come evidenzia Maria Grazia Galeazzi, presidente dell’associazione “Il Muro di Bottom”: “L’attualità delle tematiche e la suggestione del linguaggio simbolico ci hanno colpito nella rilettura di Ibsen sintetizzata in questi quadri poetici tratti da otto drammi che, nelle lotte interiori tra sogno e realtà, tra fantasmi che tornano e convenienze sociali che bloccano, mostrano la visione critica che il drammaturgo aveva della società e della famiglia”.
E dunque la vicenda del medico idealista lotta con lo strapotere politico, rappresentata dal fratello sindaco, in “Un nemico del popolo”, alla notissima “Casa di bambola” in cui la protagonista sceglie di abbandonare la famiglia per essere se stessa e non la “bambola” di un marito incapace. Fino all’altera “Hedda Gabler”, che rimpiange il passato e non accetta la viltà del presente, e con la quale si torna alle morti tragiche.
Sul palcoscenico, diretti dal regista Valter Romagnoli, ci saranno Luciano Formica, Walter Matergia, Gian Marco Taddei, Valter Romagnoli, Cinzia Lombardi, Violante Marrè Brunenghi, Gianrico Antonini, Ginevra Loreti, Sofia Perucci, Pietro Felici, Arnaldo Colia, Chiara Guarino, Anna Magnini, Anna Maria Tucci, Sandra Magnini, Maria Grazia Galeazzi. L’ingresso è gratuito.