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Il Prog del Terzo Millennio #23: Ancient Veil – Unplugged Live

Sono quasi quarant’anni, trentasette per la precisione, che Alessandro Serri ed Edmondo Romano hanno fondato gli Eris Pluvia, che giusto trent’anni fa, nel 1991, pubblicavano il loro disco d’esordio, “Rings of earthly light”.

Ma presto i due si allontaneranno dalla band per creare gli Ancient Veil.

La formazione è composta da Alessandro Serri, voce, chitarre e flauto; Edmondo Romano, fiati; Fabio Serri, tastiere e voce; Massimo Palermo, basso e Marco Fuliano, batteria.

La produzione discografica è iniziata nel 1995 incidendo 5 album, da “Ancient Veil” fino ad “Unplugged live”, uscito nell’autunno scorso.

Proprio di quest’album mi interesso oggi; inizia infatti da “Rings Of Earthly Light”, quasi a voler riprendere il filo con il progetto originario perché proprio questo brano, proposto oggi in versione rinnovata e ridotta, apriva il disco del 1991.

La proposta è davvero interessante, sospesa tra fiati ed atmosfere acustiche che cullano l’ascoltatore e la registrazione, da tre concerti tenutisi a Milano e Genova, tra il 2017 e il 2019, è di ottimo livello.

Sette degli undici brani sono stai eseguiti dalla formazione in trio mentre negli altri quattro compaiono Palermo e Fuliano, rispettivamente al basso ed alla  batteria ed è ospite Marco Gnecco all’oboe.

Ascoltando l’album, cosa che ho fatto diverse volte, ho avuto modo di apprezzare molto la cura degli arrangiamenti e delle varie sonorità.

Tornando ai brani, due delicati quadretti acustici sono “Only when they’re broken” e “The way home”.

La sensazione di trovarsi di fronte ad un gran bel disco prosegue con la dolce “Chime of the time”, che verso la metà si anima con una bella progressione ritmica.

“A clouded mind” è il primo tra gli inediti proposti con il clarinetto in evidenza; breve e d’effetto.

Con “Feast of the puppets”, proposta in versione elettrica, non è difficile trovarsi a battere il piede per seguire il tempo; ancora “New”, tratta dal primo album, con le voci a cullare l’ascoltatore ed a seguire il secondo inedito, “Return to the past”, che in realtà non lo sarebbe in quanto parte del repertorio degli Eris Pluvia, più lungo e complesso rispetto ad altri ma altrettanto valido.

Ascoltando l’inizio di “Creature of the lake” mi è parso naturale fare un parallelo con i Gentle Giant nella veste più intimista con il loro uso particolare delle voci, molto toccante.

Il disco si conclude con “You’ll become rain” e “You’ll become rain part two”; quest’ultima caratterizzata da bella una cadenza ritmica nella parte finale.

Debbo ringraziare Luca Paoli per il suggerimento: un disco che merita d’essere ascoltato, non sentito; c’è una grande differenza.

Foto di copertina Enrico Roilandi

#stayprog

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