PERUGIA – Tutelare le tradizioni popolari, uno straordinario patrimonio che, diversamente, rischierebbe di andare perduto. A lanciare l’appello sono sei gruppi folcloristici umbri: ”Agilla e Trasimeno” di Castiglione del Lago, ”Umbria Folk” di Panicale, “La Frullana” di Pietralunga, “La Vecchiarella” di Alviano, i “Cantori della Valnerina” di Ferentillo e “Interamna Folk” di Terni.
Già nel 2016 i sei gruppi avevano dato vita al volume “Tradizioni popolari dell’Umbria” e si erano compattati in un progetto di ricerca, studio e valorizzazione della cultura popolare umbra, in collaborazione – come spiega il presidente di Agilla, Giancarlo Carini – con l’Università di Perugia. “Un’attenta ricerca storica per consegnare nelle mani delle giovani generazioni una ricostruzione puntuale su gesti, musiche e tradizioni di un tempo. Tramandare di generazione in generazione significa anche consegnare identità e senso di appartenenza alla comunità”.
I sei gruppi hanno stretto una sorta di patto sul folklore, per non disperdere la straordinaria ricchezza e vivacità delle tradizioni locali.
“In un contesto profondamente influenzato da concetti di globalizzazione e informatizzazione, proiettato sempre più verso un continuo rinnovarsi – sostengono i membri dei sei gruppi – stiamo perdendo di vista una parte importante della nostra identità: le tradizioni che, come le radici di un albero, affondano nella memoria. Stiamo perdendo irrimediabilmente quei legami con la nostra identità storica che per secoli sono stati il perno della società. Quello per lungo tempo è stato tramandato di padre in figlio, nella società moderna rischia di andare perduto”.
Fortunatamente esistono delle realtà che da anni continuano in tale direzione e si occupano di salvaguardare, promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, folclorico e linguistico: i Gruppi Folkloristici che operano nell’ambito del canto, del ballo e del folklore e sono depositari di un grande patrimonio di costumi, balli e canti tradizionali.
Naighi