PERUGIA – Erano gli anni della “rinascita” di Umbria Jazz, dopo la pausa di tre a causa dei disordini e degli eccessi del popolo del festival. Fu deciso allora di accentrare tutto su Perugia, abbandonando ogni ipotesi di festival itinerante nei borghi e nelle città umbre, anche se quello turistico era stato uno dei paradigmi a cui Umbria Jazz fece riferimento sin dalla nascita, nel 1973. Umbria Jazz dunque fu concentrato sulla sola Perugia, con una formula rinnovata, ma soprattutto con il nuovo progetto di un festival a pagamento. Prima di tutto per evitare i grandi assembramenti nelle vie e nelle piazze della città, ma anche e soprattutto perché fu adottato il principio che la qualità, in questo caso la qualità della musica, doveva avere un proprio riconoscimento e pertanto era necessario pagare un biglietto per ascoltarla. Fu una piccola-grande rivoluzione che maturò subito risultati insperati e che di fatto smembrò il festival in tre anime diverse: a quella dei concerti ai Giardini del Frontone, si alternava quella dei concerti nei club a cui più tardi si aggiunsero i teatri e qualche anno dopo di nuovo i concerti gratuiti nelle piazze con qualche sperimentazione di decentramento sempre nell’ambito dell’hinterland di Perugia. Proprio l’anima più intima e notturna di Umbria Jazz (indimenticabili i concerti al “Panino”) prese il nome di uno standard del jazz e di un film che rappresentò una dichiarazione d’amore del regista francese Bertrand Tavernier per il jazz e per la magia della Parigi notturna. Ieri il pluripremiato regista di Round Midnight (Intorno a Mezzanotte) è morto, ma lascia una traccia profonda nel cinema di qualità. Da ricordare che Round Midnight vinse il premio Oscar per la migliore colonna sonora nel 1986 e il protagonista del film, un insuperabile Dexter Gordon nelle vesti di attore, una nomination come migliore attore nello stesso film. Ma Round Midnght è anche il titolo di un brano composto da Thelonious Monk che oggi è ormai considerato uno degli standard più classici ed intensi dell’intero songbook del jazz. Dagli anni Ottanta ad oggi, Umbria Jazz ha adottato quel titolo che insieme racchiude tante significazioni diverse (dal miglior jazz al miglior cinema) per caratterizzare i cicli di concerti notturni del festival che si svolgono nei teatri di Perugia sino a notte fonda. Una modalità per suggellare il jazz nella sua forma più intima e più interessante, musica nata ed evoluta soprattutto nelle penombre e nelle atmosfere nebbiose e vivaci dei jazz club.