Da vedere in tv vi propone un appfrondimento che prende le mosse dalla Seconda Guerra Mondiale: l’esercito tedesco ebbe il mandato di depredare le opere d’arte dei Paesi occupati, prelevandole dalle chiese, dai musei, da collezioni private di oppositori del regime e di ebrei. Subito dopo la guerra, molte di queste opere tornarono ai legittimi proprietari. Altre sono state restituite solo dopo decenni. Di alcune si sono perse le tracce. A queste opere ancora perdute, nella speranza di poterle nuovamente ammirare, il programma di Rai 5 Art Night dedica la puntata in onda stasera, venerdì 12 marzo alle 21.15, dal titolo “A volte ritornano“. Al centro della puntata due storie a lieto fine – raccontate in due documentari in prima visione, “Fiori su tela” e “21, Rue la Boétie. La galleria Rosenberg” che dimostrano quanto sia ancora complesso proteggere, salvare e recuperare il patrimonio culturale.
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Fiori su tela
Nel 1943 l’esercito tedesco, con l’inganno, svuota alcuni depositi segreti nella campagna toscana portando via circa 50 casse: contengono alcune delle opere più preziose del nostro patrimonio, che i funzionari delle Gallerie degli Uffizi di Firenze avevano nascosto per evitare i danni dei bombardamenti. Nel 1945 l’esercito alleato recupera le opere in Val Passiria e le riporta a Firenze. Tutte tranne nove opere, di cui si perdono le tracce. Tra questi il ’Vaso di fiorì di Jan Van Huysum, un dipinto di eccezionale valore storico ed artistico. Il documentario ricostruisce le indagini complesse, il delicato dialogo di diplomazia internazionale, momenti di stallo e colpi di scena. Ne parlano il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, il Tenente Colonnello Lanfranco Disibio, che ha guidato gli ultimi anni dell’indagine come comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze; l’Ambasciatore d’Italia a Berlino Luigi Mattiolo, la curatrice del Museo Passiria Judith Schwarz, e la storica Isabella Insolvibile.
21 Rue la Boétie. La galleria Rosenberg.
Negli anni tra le due guerre, ’21, Rue La Boétiè a Parigi si affermò come una delle gallerie d’arte più importanti d’Europa, grazie al leggendario occhio e al talento di Paul Rosenberg, amico di Picasso, Braque, Matisse, Laurencin. Nel giugno 1940, la debacle francese contro l’esercito del Terzo Reich costrinse i Rosenberg all’esilio a New York per fuggire dall’antisemitismo di stato. 21 rue La Boétie, requisita e saccheggiata dagli occupanti tedeschi, diventa l’Istituto per lo studio delle questioni ebraiche. Alla fine della guerra, tornato in Francia, Paul Rosenberg scopre che la maggior parte della sua collezione è stata rubata dall’esercito nazista e da quel momento dedica il resto della sua vita alla ricerca dei 400 dipinti mancanti.