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Nasce in Italia l’idea del new tango di Astor Piazzolla. Oggi il centenario del genio argentino

PERUGIA – Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, la fisarmonica acquista una propria dignità di strumento che al pari di altri merita una più precisa collocazione nel novero delle possibili variabili che si presentano ad un musicista. Una pari dignità che ne accresce lo status di uno strumento ormai sdoganato dai soli aspetti folklorici e della musica tradizionale in cui sino a quel momento era stato relegato per acquisire un nuovo “aspetto”. Musicisti del calibro di Richard Galliano che rilegge la tradizione della mousette francese e la ricolloca nell’ambito di un folk-jazz ricco anche di riferimenti alla musica colta, contribuiscono a quell’operazione di rivalutazione della fisarmonica. Ma chi più degli altri ha usato la fisarmonica, nella fattispecie la variante del bandoneon, con modalità inedite ed esclusive, è stato sicuramente Astor Piazzola, di cui in questo 2021 si celebra il centenario (oggi 11 marzo 2021). Astor Piazzolla, nato nella città argentina di Mar della Plata, non si limitò soltanto a ricollocare il bandoneon nell’ambito di un folk-jazz dove gli echi dei barrios di Baires si intersecano alle modulazioni del miglior jazz, ma Piazzolla è stato il genio a capo di una vera e propria rivoluzione estetica che rimisurò il tango quale chiave di accesso per entrare nei codici e nei canoni del jazz. Ne nacque il new tango, musica pura, che non prevedeva una funzione ancillare alla danza come sino a quel momento era accaduto, ma è composta in suite e partiture per orchestra e viene eseguita nelle sale da concerto. Una musica che acquisisce dunque un ruolo centrale nell’idea del tango che si trasforma in altro da quello scaturito dalle proprie radici culturali e sociali. Non tutti sanno che il Tango Nuovo di Piazzolla formalmente nasce all’ombra della «Madonina», a Milano. Grazie alla sinergia tra il produttore italiano Aldo Pagani, Edizioni Curci e la casa discografica Carosello, è proprio negli studi della Curci, in Galleria del Corso, che Astor Piazzolla nel 1972 registra Libertango: il brano simbolo della rivoluzionaria svolta stilistica del nuevo tango, icona musicale mondiale anche grazie a celebri rielaborazioni, oltre che alle sincronizzazioni in molti spot televisivi. Negli anni Settanta grazie alla Curci e a Giuseppe Gramitto Ricci la fama internazionale di Piazzolla decolla grazie a dischi e spartiti che diventano pietre miliari. Oggi il catalogo Curci accoglie circa 280 sue composizioni, tra cui successi senza tempo come Libertango, Escualo, Années de Solitude, Los Pájaros Perdidos, Tres Tangos il Concerto per bandoneon e orchestra Aconcagua, e molti altri ancora. Con l’acquisizione da parte di Curci del catalogo Bèrben, si sono aggiunti titoli importanti quali Le Grand Tango, Cinco Piezas e Tango Suite, oggi eseguiti nei più prestigiosi teatri, con una programmazione particolarmente fitta in occasione del centenario del 2021. Da quella storica registrazione di Libertango sotto il cielo di Milano, la musica di Astor Piazzolla ha infatti preso slancio registrando uno straordinario successo internazionale e ancora oggi continua a conquistare il pubblico a ogni latitudine grazie alle esecuzioni e rielaborazioni di grandi interpreti della classica e del jazz. Edizioni Curci è tra i sostenitori del progetto Piazzolla100 realizzato dalla Fondazione Astor Piazzolla. Piazzolla ha dunque aperto una lunga parentesi nella sua vita di musicista proprio in Italia dove il suo genio è per primo riconosciuto. Nel 1991 tiene il suo ultimo concerto al teatro Astra di Vicenza, come solista ospite dell’orchestra Pedrollo: suona Adiòs Nonino, il brano dedicato a suo padre, che tutti ormai sono d’accordo nel ritenere il capolavoro assoluto della storia del tango. Poche settimane dopo una trombosi lo colpisce lasciandolo immobilizzato e privo della parola. Morirà l’anno successivo a Buones Aires (4 luglio). Piazzolla è stato dunque il genio che ha portato a termine una lunga operazione per la demolizione degli stereotipi che si erano addensati attorno al tango, ritenuto per lo più musica per sostenere il climax delle milonghe: con il new tango o tango nuevo ha fornito alla musica nata nei barrios più malfamati di Baires il riconoscimento di un’arte eccelsa che conserva in sé anche lo spleen e il sentire dell’intero popolo argentino.

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