PERUGIA – Alla data del 26 febbraio, in Umbria, le persone vaccinate con prima dose sono 30.250 con un incremento di 7.008 persone rispetto alla settimana scorsa, di cui 14.933 hanno ricevuto anche la seconda dose. Da giovedì 25 febbraio, giorno dell’avvio delle prenotazioni per il personale scolastico e successivamente per tutti gli ultraottantenni, sono state effettuate 41.700 prenotazioni tramite portale e nelle farmacie.
Riguardo l’approvvigionamento e utilizzo dei vaccini, ad oggi sono state consegnate alla nostra regione 59.670 dosi Pfizer, di queste ne sono state utilizzate 43.290 (il 72,5%) e le seconde dosi programmate sono 15.210.
Il residuo non ancora utilizzato è di 1.170 dosi, pari all’1,96% del totale consegnato. Sono già in programmazione il 50% degli arrivi previsti, pari ad 11.700 a settimana nel mese di marzo. Per quanto riguarda Moderna, ne sono state consegnate 4.300 dosi e già utilizzate 2.000.
Dal 1° marzo, giorno di avvio della vaccinazione a domicilio da parte dei medici di medicina generale, ne saranno utilizzati il 50% di quelli a deposito e dei nuovi arrivi (previsti altri 4.300 oggi).
Le dosi di Astrazeneca consegnate sono 15.500 e sono interamente programmate per la vaccinazione del personale delle scuole e delle forze dell’ordine che hanno iniziato a vaccinarsi in questi giorni.
Dati emersi nella riunioni di oggi del Centro Operativo Regionale (COR), coordinata dal direttore alla Protezione Civile, Stefano Nodessi Proietti, a cui hanno partecipato l’assessore regionale Enrico Melasecche e il direttore regionale alla Sanità, Claudio Dario. Il Cor ha condiviso il contenuto delle comunicazioni rese dal Commissario per l’emergenza Coronavirus, Massimo D’Angelo. “Si tratta di dati che – è stato sottolineato dai membri del Cor – dimostrano “in maniera inequivocabile come non vi è in Umbria alcuna difficoltà nella realizzazione del piano regionale di vaccinazione e che le dosi fornite vengono tutte utilizzate, mentre resta ancora molto carente per l’Umbria la fornitura di dosi vaccinali, soprattutto in considerazione dell’andamento epidemiologico che ha visto crescere in maniera considerevole il numero dei soggetti positivi al COVID-19; dato questo che avrebbe dovuto garantire all’Umbria quantitativi ben più elevati di dosi vaccinali”.