Terza edizione Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, il progetto nazionale promosso da Acri, l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria, è stato portato in Umbria grazie all’adesione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Sostenuto da dieci Fondazioni di origine bancaria, Per Aspera ad Astra si articola in una serie di eventi formativi e di workshop rivolti a operatori artistici, operatori sociali e detenuti realizzati all’interno degli Istituti di pena che si trovano nei territori di competenza delle Fondazioni partecipanti. L’obiettivo è quello di portare il teatro in carcere per contribuire al recupero dell’identità personale e alla risocializzazione dei detenuti e, parallelamente, al loro reinserimento nel mondo esterno e nel contesto lavorativo attraverso percorsi professionalizzanti nel campo delle arti e dei mestieri teatrali.
A livello territoriale è stata dunque attivata una collaborazione che insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia coinvolge la Casa circondariale di Capanne e il Teatro Stabile dell’Umbria e che, proprio attraverso il progetto “Per Aspera ad Astra”, ha permesso di dare continuità alle attività dedicate alla popolazione carceraria già organizzate negli anni dal Teatro Stabile dell’Umbria all’interno del carcere di Perugia.
Giovedì 7 gennaio 2021, a partire dalle ore 18, sui canali social facebook e YouTube della Fondazione Cassa di Risparmio e del Teatro Stabile dell’Umbria Cristina Colaiacovo Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Bernardina Di Mario Direttore della Casa Circondariale di Capanne e Nino Marino, Direttore del Teatro Stabile dell’Umbria, daranno conto del progetto, delle attività svolte e dei risultati ottenuti.
Un progetto che si rinnova e cresce ogni anno e che è diventato un vero e proprio corso di formazione professionale grazie a Vittoria Corallo, della Compagnia dei giovani del TSU. In questa occasione è stata coinvolta anche una classe del Liceo Classico Mariotti e studenti e detenuti hanno lavorato insieme all’interno del carcere. Al termine del laboratorio era programmata una dimostrazione pubblica che, a causa delle restrizioni in atto, non è stato possibile realizzare. E’ nato così Voliera, il corto artistico firmato da Vittoria Corallo che andrà in onda venerdì 8 gennaio nella Sala virtuale del cinema Postmodernissimo e sarà preceduto, a partire dalle ore 19, sui canali social del Postmodernissimo, del Teatro Stabile dell’Umbria e della Fondazione Cassa di Risparmio, da un incontro di presentazione a cui parteciperanno Vittoria Corallo, Daniela Monni del Comitato di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio e Nino Marino direttore del TSU.
“Attraverso questo progetto – afferma il Presidente Cristina Colaiacovo – la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, come è solita fare in altri campi nell’espletare la sua attività istituzionale, non si è limitata ad erogare risorse, ma ha assunto un ruolo attivo e propulsivo raccogliendo e mettendo a sistema energie, conoscenze, competenze e metodologie e costruendo così l’architrave per garantire continuità alle iniziative artistiche all’interno del carcere. Tutto ciò è stato possibile grazie alla disponibilità e al coinvolgimento di Bernardina di Mario, Direttore della Casa Circondariale di Capanne, di Nino Marino, direttore del Teatro Stabile dell’Umbria e degli operatori artistici e sociali che ci hanno permesso di sviluppare una iniziativa che intendiamo consolidare, a beneficio del nostro territorio e del rafforzamento della rete nazionale, con l’adesione all’edizione 2021”.
“Voliera – spiega Vittoria Corallo – ė un’opera visuale che è nata nella Casa Circondariale di Capanne durante la pandemia, per continuare un percorso artistico e formativo che altrimenti rischiava di fermarsi. Volevamo fare uno spettacolo teatrale aperto al pubblico, che fosse liberamente ispirato a Gli Uccelli di Aristofane, per mesi ci siamo preparati esplorando alcune delle tematiche che quel testo ci suggeriva. Per esempio il rapporto tra l’individuo e lo spazio in cui vive, il rapporto tra i metri quadrati che abita e la libertà sociale che questi gli concedono.
Il materiale raccolto si è sedimentato ed è poi apparso in visioni a cui ho creduto, una di queste, quella che più mi ha sorpreso vedendola materializzarsi è stata la relazione tra le persone e i propri cani, e tra le persone ed altre persone diverse per etnia e cultura, questa è diventata per me un’allegoria di qualcosa di attuale e confuso del nostro spazio interiore e sociale. Uno degli obbiettivi del progetto Per Aspera ad Astra è quello espresso nel suo titolo completo: ‘Riconfigurare il carcere attraverso Cultura e Bellezza’, con questo in mente ho cercato di attraversare i contenuti esplorati nei mesi precedenti insieme agli attori detenuti con un linguaggio simbolico e poetico: per trasfigurare il carcere fisico, il carcere estetico e contenutistico, per trasfigurare il tempo del carcere e il tempo della pandemia. Volevamo prendere quel poco concesso e portarlo fino a dove si poteva estendere, anche questo per noi è stato un tentativo di volo.”