FERENTILLO – Papa Francesco ha indetto dal 9 dicembre 2000 al 9 dicembre del 2021 l’anno di San Giuseppe. Una figura questa, anche se rimasta sempre nascosta dalle Sacre Scritture, che non da meno e’ da evidenziare per la sua determinazione e umiltà nell’accettare il Mistero Divino e l’accettazione di tutta la vicenda che lo ha distinto come custode della Sacra famiglia di Nazareth. Molte sono le raffigurazioni in dipinti e sculture del personaggio della fede cristiana che onora gli altari sia delle piccole chiese di paesini che delle grandi cattedrali.
Il suo ruolo è stato importante nella formazione di Gesù ma non poté assistere e partecipare alle vicende della vita pubblica, fino alla passione e resurrezione. Lascio’ Maria e il Figlio assai presto. Nell’arte, spesso, è raffigurato soprattutto nelle scene della Natività, ossia nel presepio, o nell’adorazione dei pastori o dei magi, sempre in disparte, come estraneo al mistero, cedendo l’ attenzione alla Madre e il Figlio.
Prendiamone uno come esempio, un dipinto di scuola del Perugino, esattamente di Perino Cesarei nella chiesa superiore di Santo Stefano a Precetto di Ferentillo, nell’apposito altare a lui dedicato: DIVO JOSEPHI.
Il nicchione affrescato nel 1557, e’ situato in fondo alla navata di sinistra. Il dipinto e’ affine alla Incoronazione della Vergine alla frazione di Caso nel comune di Sant’Anatolia di Narco. Qui il Cesarei ha raffigurato, con grande scenografia, la nascita di Gesu’ con tutti i personaggi principali. Ma andiamo a vedere nel dettaglio l’opera e la figura di San Giuseppe. La Sacra Famiglia e’ posta in primo piano.
Il Bambino Gesù, nudo, adagiato a terra su un piccolo panno, mentre la testa poggia su due mannelli di paglia; dietro due angeli adoranti e tre pastori; la Vergine Maria in ginocchio con le mani giunte, indossa una tunica di colore paonazzo, velo bianco che le cinge i capelli, un manto blu che scende dalle spalle fino a terra. La figura di San Giuseppe, qui e’ emblematica: il Santo, e’ appartato come se fosse estraneo al mistero. E’ seduto in disparte, poggia la testa sulla mano sinistra e con la destra sorregge il bastone. Barba e capelli bianchi spiccano sulla aureola dorata. Indossa una tunica e un mantello dai colori chiari. L’ atteggiamento e lo sguardo del personaggio, attestano la sua condizione di tutore e custode della Sacra Famiglia, come se fosse veramente estraneo all’evento Divino.
La scena prosegue con il bue e l’asino nella capanna, mentre, sullo sfondo il corteo della carovana dei Magi con soldati e portantini. In alto, su un colle, un angelo annuncia ai pastori, mentre, al centro del dipinto, quattro angeli su una nuvola sorreggono il cartiglio del Gloria dove e’ scritto: GLORIA IN EXCELSIS DEO ET PAX IN TERRAE HOMINIS BONE VOLUNTATIS; sopra agli angeli la stella. Quindi il Cesarei ci presenta l’evento suddiviso in piu’ scene: la Sacra Famiglia e in particolare San Giuseppe titolare dell’ altare; l’annuncio ai pastori; la carovana dei Magi; gli angeli cantori.
Il dipinto si conclude con una decorazione nel sott’arco, di una serie di teste cherubiche. Nelle candelabre dell’intradosso, su una tabella e’ scritto la data dell’esecuzione. In breve tracciamo un profilo sulla vita del pittore Cesarei. Nativo di Perugia del 1530 ca. Morira’ a Spoleto il 22 gennaio del 1602. Il suo nome Pietro o Perino Cesarei; nel 1577 entro’ nella corporazione dei pittori di Perugia nel quale fu nominato per tre volte Camerlengo (1582, 1588, 1593). Del periodo giovanile si ricordano: a Spello i dipinti presso l’Oratorio della Morte 1573; a Nocera Umbra una tela con Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Rocco. Fu un pittore di tardo manierismo; il suo stile fu influenzato dalla pittura tosco-romana. Nel 1591 firma il Salvator Mundi nella lunetta del portale della chiesa di San Domenico a Spoleto; nel 1593 affresca per l’Oratorio della Resurrezione la volta e le pareti con scene della vita di Gesu; a Caso nel 1595 Incoronazione della Vergine; sempre in questo anno realizza la tela del Rosario per la chiesa parrocchiale di San Nicola a Scheggino e stesso soggetto, presso la chiesa di Santa Maria di Matterella pero’ in affresco. Nel 1597 realizza la tela con il Cristo e la Maddalena per la confraternita della Maddalena a Spoleto. Di recente e’ stato a lui attribuito la tela: Noli Me Tangere e il Cristo Risorto tra gli apostoli nella chiesa di San Francesco a Cascia. Suoi anche i dipinti presso la chiesa di Santa Caterina a Sambucheto di Ferentillo con le storie di Santa Caterina d’ Alessandria. Il Presepio e l’ Adorazione dei pastori, presso la chiesa di Santo Stefano a Precetto di Ferentillo.