L’ultima sua apparizione la ricorda la Polizia di Stato che sul suo sito web stamani rammenta come Gigi Prioetti si sia prestato a realizzare un video con la Polizia dedicato agli anziani ai quali si rivolge come un amico prendendosi cura di loro in un momento difficile come quello del lockdown. Una ulteriore prova della sua generosità e umanità. Che ha messo in tutto ciò che ha fatto anche nel mondo dello spettacolo. Era davvero un grande attore Gigi Proietti. Amatissimo. Basti pensare al suo “A me gli occhi“, un tour portato in tutta Italia visto da centinaia di miglia di spettatori: “Il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere” ricordano le decine di agenzie che in queste ore battono di tutto su Proietti.
Vita e carriera
Frequenta Giurisprudenza che abbandona a sei esami dalla laurea, preferendo piuttosto le le lezioni di teatro e gli spettacoli nei night anche per iniziare a guadagnarsi la vita. I primi ruoli che interpreta sono marginali: una lunga serie di comparsate che preferendo piuttosto le comunque lo aiuteranno a farsi notare. L’anno della svolta arriva nel 1970, quando viene chiamato a sostituire niente di meno che Domenico Modugno nel musical “Alleluja brava gente” del grandissimo duo Garinei e Giovannini. Quello è anche l’anno del cinema, visto che Monicelli lo chiama per “Brancaleone alle crociate” dove si fa notare accanto al grande Gassman nella parte di Pattume. Poi sarà la volta di “Meo Patacca” e poi l’indimenticabile Mandrake in “Febbre da cavallo”, successo confermato anche nel successivo remake di Carlo Vanzina che lo farà recitare anche in un’altra commedia all’italiana fortunata: “Un’estate al mare”. E’ bravissimo anche nel doppiaggio: presta la sua voce profonda a Robert De Niro, Dustin Hoffman, Charlton Heaston, Kirk Douglas, Paul Newman, Marlon Brando, Gregory Peck e svaria anche nei cartoni animati dove sarà Gatto Silvestro, il Genio in Aladdin. E poi c’è la tv. Su tutto il “Maresciallo Rocca” mentre come conduttore resterà nelle teche per sempre “Cavalli di battaglia, il suo one man show del 2017.
Tornando alla generosità alla quale abbiamo fatto riferimento all’inizio, la ritroviamo copiosa nell’insegnare teatro: da direttore del Teatro Brancaccio, infatti, negli anni Settanta crea un laboratorio teatrale che ha consentito di formare intere generazioni di artisti che oggi lo piangono. Come tutti gli italiani.