TERNI – Quella tra Terni e Perugia non è mai stata relazione semplice, un paradosso che affonda le radici in tradizioni quantomeno anacronistiche se consideriamo le potenzialità del Web che ha accorciato le distanze del pianeta e il fenomeno della globalizzazione che investe a vario titolo tutti noi. Ma è probabile che proprio in base a questo logoro antagonismo tra i due capoluoghi e ai non cristallini e distesi rapporti con un personaggio come Carlo Pagnotta che spesso non perde occasione per polemizzare, che i “Pierini” ternani di un club del centro molto attivo sul versante della musica innovativa, sono arrivati a “guastare la festa”. E mentre Umbria Jazz Spring si appresta a vivere le seconda giornata nel segno del blasonato Virginia State Gospel Choir che vanta tra l’altro il concerto in Vaticano alla presenza di Papa Francesco con, tra gli altri, anche il leggendario B.B. King e mentre si è già consumata la prima giornata del festival con un mix tra jazz d’oltreoceano e jazz nazionale tra i più raffinati, c’è chi mette in campo un festival parallelo, Umbria Jack, che ricalca anche nei loghi e nelle vesti grafiche di promozione la sorella maggiore, Umbria Jazz Spring alla terza edizione – considerando anche la numero zero del 2017 – nell’ambito ternano. Umbria Jack è forse una risposta ironica e divertita alla discesa a Terni della grande kermesse dal marchio prestigioso e schiera una serie di concerti e di party nel segno del divertimento e della festa , tra cui il concerto della Terni Jazz Orchestra e musica tra post rock e entertainment, ma rischia di apparire come una “scelta di cattivo gusto” che si pone in contrapposizione con il festival maggiore. Ma forse – ed è questo un aspetto che rimane da chiarire – la scelta è stata compiuta proprio nel senso di una risposta ad una “esclusione” dal giro dei club – quest’anno al Bugatti si sono aggiunti il Rendez Vous e il Caffè del Corso in centro, oltre al Fat Art Club del Caos – dove si svolgono i concerti pomeridiani e notturni di Umbria Jazz Spring.