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Da San Mamiliano fino a San Giovanni di Matterella meraviglie da scoprire

FERENTILLO – Un itinerario da scoprire e percorrere in gruppo o in solitaria,  in questo periodo autunnale con giornate assolate, e quello che dalla frazione di San Mamiliano discende per le Vaite per raggiungere Belvedere di Ancaiano, lambire la rocca di Ancaiano, Nicciano, Loreno, e tramite Gabbio per concludersi  a Ferentillo Matterella. Un itinerario dove tratteremo di opere d arte più significative e importanti per la fede e per la storia di questo territorio umbro, ricco di fascino, mistero e salubrità. Venendo dalla strada di Montefranco Varcone, giungiamo a San Mamiliano, antico castello risalente all’alto Medioevo arroccato sopra al colle dirimpetto a Monte Moro. Qui si svolse una sanguinosa battaglia tra le truppe ternane e quelle spoletine verso XIV secolo.
Il paese mantiene ancora il suo aspetto originario con la porta di ingresso, le mura, i bastioni con feritoie, la torre in cima all’ abitato trasformata in campanile della chiesa parrocchiale. La piazzetta dedicata a Jacopo Siculo si apre tra le antiche case, per la totalità restaurate, al centro il pozzo della comunità originale del XII secolo, in pietra, recante, su una colonna lo stemma: le chiavi  di San Pietro, il Giglio, e un fiume scorrente. A sinistra si apre una scalinata in pietra dove conduce alla chiesa rinascimentale di San Biagio martire e patrono.
San Mamiliano, chiesa di San Biagio pala d’altare di Jacopo Siculo 1538 olio su tavola
Sull’ altare la famosa tavola (olio su tavola misura 470×265) con lunetta dove e riprodotto l’Eterno Benedicente tra teste cherubiche SUMPTIBUS UNIVERSITATIS. Fu realizzata nel 1538 da Jacopo Siculo (Giacomo Santoro da Giuliana 1490-1543), raffigurante la Madonna in trono col Bambino Gesu’ nudo, tra i Santi Giovanni Evangelista, Pietro, Biagio e Mamiliano. Nelle Formelle della predella storie di San Mamiliano, gli eremiti di San Pietro in valle Lazzaro e Giovanni, i Profeti maggiori. Nel cartiglio sotto la Madonna al centro: AEDITVS PER VINCENTIO LAURENTIS ET PACCIANO BERARDINI NECNON BENEDICTO LAURENTII DIONISIO DAMIANI FABRIANO CELLONI ET CICCHI AEDILIBUS IMPENSIS OPPIDANORUM SAN MAMIGLIANI DECEM AUREIS QUOS LIGAVIT DOMINUS INNOCENTIUS IACOBUS SICULUS FACIEBAT. Questa opera rimane uno dei capolavori dell’ arte umbra del cinquecento. L’ itinerario prosegue immerso nel fitto bosco, superando alcune sorgenti di acqua purissima, scoprendo la vallata di Ancaiano e la sua Albornoziana rocca.
In prossimità dell’abitato di Belvedere sosta obbligata la chiesetta rupestre con apprezzabili affreschi della scuola dello Spagna del 1526. Sul versante opposto della vallata, in territorio Ferentillese, Nicciano con la chiesa rinascimentale di San Michele Arcangelo. Stemma in pietra del Capitolo Lateranense sopra il portale. Sull’architrave scolpito MCCCCC S.M.A. Campaniletto a vela.
All’interno affreschi rinascimentali della scuola dello Spagna (attribuiti a Giovanni di Girolamo Brunotti), raffiguranti l’ Arcangelo Michele, due dipinti con Madonna col Bambino  San Sebastiano, Sant’Antonio Abate. Al centro dell’abside dietro l’altare e venerata una statua lignea di San Michele Arcangelo che uccide Lucifero. Seguendo il sentiero tra gli ulivi si giunge al pittoresco  Loreno. Qui ci attende la chiesa romanica di San Giovanni evangelista. Tutta in pietra. Facciata a capanna, campaniletto a vela  piccola abside. L’ edificio fu restaurato e salvato da sicura perdita da alcuni amici dell’avvocato ternano Zingarelli.
Nell’ abside superstiti affreschi della scuola dello Spagna del XVI secolo forse di Giovanni di Girolamo Brunotti. Qui e’ riprodotta anche il paese di Ancaiano e la sua Rocca. Proseguendo direzione Ferentillo-Matterella,  giungiamo a Gabbio, attraverso la mulattiera, singolare, a strapiombo su fosso. Gabbio oggi e’ rinato dopo l intervento di recupero grazie alla famiglia Pier Runcini e Doda Liguori che ha trasformato il nucleo storico in un ricercatissimo guest house. La chiesa di San Vincenzo martire, al suo interno conserva interessanti affreschi rinascimentali.
Gabbio: chiesa di San Vincenzo martire, Francesco da Lugnano 1534, affresco i Santi Bartolomeo Giacomo e Pietro

L’ abside e’ interamente affrescata con una Incoronazione della Vergine tra angeli e una teoria di Santi della tradizione popolare. Cosi anche l’arco trionfale e  il presbiterio con l’Arcangelo Michele e una Annunciazione, San Sebastiano e San Rocco.

Gabbio: chiesa di San Vincenzo martire, affresco abside di Francesco da Lugnano
Dipinti di Francesco Da Lugnano realizzati su commissione della comunità nel 1534 S.P.Q.R come e specificato sulla tabella dell’ infradosso nell’ abside.
Gabbio: chiesa di San Vincenzo martire, affresco di Francesco da Lugnano particolare di San Bartolomeo
Nei nicchioni laterali delle pareti, tra pregevoli stucchi,  affreschi di scuola umbra come, la Madonna col Bambino, Sant’Antonio Abate,  attribuibili a Perino Cesarei seconda metà del XVI Secolo.
Gabbio, chiesa di San Biagio affresco abside con angeli del 1534 di Francesco da Lugnano

La chiesa presenta la sua struttura romanica, ma ampliata nel XVI secolo. Facciata a capanna, campanile a vela con due fornici munite di due campane. Portale con piedritti con mensole contenenti l’architrave dove e inciso la data 1512. Lasciato il paesino di Gabbio il percorso ci porta a lambire l’ edicola campestre di San Rocco, la fonte delle Cave, tra gli ulivi, fino alla “Porta Spoletina” della Rocca, accesso del castello di Mater-illae (Matterella). Tra i bastioni e le mura, archi e contrafforti, attraversiamo le antiche case in pietra, per per passare sotto l arco della porta di Valle. Su una ripida stradella la chiesa di San Giovanni Battista del XIII secolo, ma rimaneggiata nel XVI secolo.  Semplice, campanileto a vela, al suo interno, parete di altare affrescata con la Madonna della Misericordia e la scritta SOCIETATIS GONFALONIS. Ai lati del dipinto due riquadri raffiguranti Battesimo di Gesu’ e San Carlo Borromeo: affreschi del tardo ‘500. Questa era la chiesa del castello. Il nostro viaggio, ora,  termina qui, su una visione stupenda della valle verdeggiante del fiume Nera, con di fronte la Rocca di Precetto, la chiesa di Santo Stefano e,   più in basso, lo svettante campanile a guglia della Collegiata di Santa Maria. L’ orizzonte si perde con l’abitato di Casteldilago e, sul colle di Bufone il pittoresco paese di Montefranco.

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