FOLIGNO – Musica, e soprattutto parole: i Jazz Glazz, compagine umbra dal gusto raffinato e dalle esibizioni vivacissime, si impongono al certamen letterario legato al I° concorso letterario nazionale dal tema programmatico “Cibo”. Il testo originale “Io mangio perché”, redatto dal sassofonista Rob Pierucci, ottiene la menzione d’onore nella sezione Narrativa (vinta da Patrizia Birtolo con il racconto “Indovina chi sviene a cena”).
La premiazione, originariamente pensata quale momento clou del festival folignate de “I primi d’Italia” annullato causa emergenza sanitaria, si è tenuta on line il 28 settembre. Nella sezione poesia, si è imposto Martin Palmadessa con la poesia “ Il pranzo è servito”. Menzione della giuria ad Alfonso Gargano, con “Tonnarelli cacio e pepe”. Il concorso, alla sua prima edizione, rientra nel campionato delle recensioni gastronomiche organizzato da Campionato italiano della pasta.
Non è una novità, per gli artisti umbri, veder riconoscere il loro talento narrativo. La menzione per “Io mangio perché” era stata preceduta, nei giorni scorsi, dalla vittoria del premio di poesia internazionale “Amici di Ron”, intitolato allo scrittore americano Ron Hubbard. In quel caso, sul podio era salito il brano “I Musicisti”, a dimostrazione di una versatilità non frequente (https://www.facebook.com/rob.pierucci.5/videos/2712200742370933)
I Jazzglazzisti, come amano chiamarsi, sono musicisti, certamente. Ma soprattutto narratori. Scrittori, poeti del quotidiano: istrioni capace di strappare un applauso, una risata, un sospiro nostalgico sia durante un concerto che ad un reading. Accanto a Roberto Pierucci (sax) troviamo Aldo Bertuzzi (piano), Graziano Brufani (contrabbasso), Roberto Forlini (batteria): la voce narrante è di Rodolfo Mantovani, attore. Visual, grafica, animazioni e “costumi” : Manus del Testa, designer.
Anche la scelta del teatro canzone, l’alternanza serrata di parole e musica, testi inediti e grandi classici, rivela una versatilità inquieta, la necessità di passeggiare sottobraccio seducendo ben due muse: la poesia e la musica. Senza pathos gratuito per carità, perché siamo in Umbria, e gli umbri, se un pregio ce l’hanno, è quello della concretezza pragmatica – anche se si nasce artisti ma per vivere si deve fare altro: attori, dirigenti, professori, commerciali, free lance -. E soprattutto, con l’occhio ben fisso e la mano salda tesa ad afferrare voraci i piaceri della vita. Soprattutto quelli della tavola.
Da qui, da questa solo apparentemente solare goliardia etrusco-appenninica, la scelta dei temi: il cibo ed il vino. I loro spettacoli, “In vino veritas” ed “In cibo meritas” da anni vengono replicati in piazze e contesti diversi, ma sempre con lo stesso esito: esilarante ma profondo. Esorcizzante. Scacciapensieri. Il trait d’union di entrambe le performance, l’una figlia dell’altra, è la grande musica d’autore italiana. Da Conte – nume tutelare del quintetto – a Buscaglione, passando per Capossela. A legare insieme il proprio e l’altrui, l’originale e la cover, la malinconia e l’allegria, la risata e la rabbia, una poderosa e solidissima abilità, musicale, narrativa letteraria.
In attesa del prossimo concorso letterario, i “follower” contano i giorni anche e soprattutto del prossimo concerto. Le loro esibizioni, tutte svoltesi nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, sono puntualmente promosse dai loro profili social: https://www.facebook.com/jazzglazz, https://bit.ly/3jaDDFp, https://www.instagram.com/jazzglazz/ , e sul loro sito internet: www.jazzglazz.it. Sperando che presto, prestissimo, si possa tornare a suonare e brindare come si deve. Anzi: come si “meritas”…