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Rocca di Matterella: degrado, abbandono e atti vandalici nel cantiere

FERENTILLO – Grave situazione di degrado e di abbandono oltre che di atti vandalici al cantiere della Rocca di Matterella da tempo in manutenzione e consolidamento strutturale.
Il cantiere della Rocca di Matterella (XII secolo)

Si sono svolti tempo fa alcuni interventi conservativi e messa in sicurezza del mastio quadrato, dei bastioni e delle strutture interne con archi e contrafforti. Da tempo ormai i lavori sono fermi e il cantiere e’ chiuso. Ma qualcuno ha pensato bene di fregarsene delle norme di divieto di accesso e di sicurezza e quindi ha divelto il cancello ed e’ entrato.
Il cancello del cantiere è stato divelto

Come qualcuno che  si è divertito a spaccare il vetro di alcuni riflettori o gettare a terra la recinzione in legno del parcheggio sottostante Porta Spoletina del XIII secolo.
Sono stati rotti i riflettori
Non parliamo della vegetazione che si sta impadronendo di nuovo dell’ area interna ed esterna della rocca, invadendo le impalcature e le strutture di sostegno. Chi si riempie la bocca di valorizzazione turistica dovrebbe occuparsi anche di queste situazioni, non solo di quelle che fanno comodo. E’ veramente vergognoso lasciare un bene cosi prezioso per la storia ferentillese in mano al degrado, abbandono e vandalismo. Non si può tollerare  e tutti si augurano che coloro che il prossimo 21 settembre andranno a governare la giunta comunale, si adoperino finalmente con intelligenza alla salvaguardia di tali monumenti cari ai turisti ma sopratutto ai cittadini ferentillesi.
Ecco l’interno del cantiere di Matterella: impalcature sopraffatte dalla vegetazione

Le rocche di Matterella, Precetto e di Monterivoso furono edificate nel 1180 da Spoleto come baluardo di difesa della vicina abbazia e come controllo strategico delle varie vie di comunicazione lungo il Nera, e via montana con le Marche e l alto Lazio. Le ebbe poi in possesso nel XV secolo Ugolino Trinci e dal XVI seco fino al XVIII secolo i Cybo Malaspina, i Montevecchio di Fano e successori fino all’unita d’ Italia. Oggi sono di proprietà comunale.

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