PERUGIA – Tra affabulazione e ciarlataneria esistono molte affinità e una linea di distinzione: mentre la prima è finalizzata prevalentemente alla messa in scena di una fiaba, di un racconto fantastico che affascini il pubblico per catturarne l’attenzione, la seconda ha forse le stesse finalità, ma spesso nel corso della storia è stata finalizzata ad azioni truffaldine soprattutto nel periodo in cui i questuanti accumulavano ricchezze sottratte ad un popolo credulone e facilmente raggirabile. Entrambe però posseggono anche affinità nell’esprimere abilità tecniche e dialettiche che ne decretano anche i prodromi del teatro e della commedia dell’arte. In qualche modo nella categoria dei ciarlatani si annettono anche i buffoni e i giocolieri che intrattenevano il pubblico durante fiere e mercati o durante il carnevale. Chi ha rivisitato con grande senso dello humour e con una spiccata verve scenica l’arte dell’affabulazione della ciarlataneria è stato il Premio Nobel Dario Fo che con Mistero Buffo raggiunse l’apice della tradizione teatrale popolare prima ancora che ne fossero decretati i suoi codici rappresentativi al di là di quelli preesistenti che facevano riferimento alle tragedie e alle commedie greco-romane. Ma la ciarlataneria è più vicina agli umbri di quanto si possa pensare, anzi ha origini prettamente umbre, in quel lembo di terra che si estende tra Spoleto e la Valnerina, più specificamente a Cerreto di Spoleto: il termine ciarlatano trae infatti origine dall’etimo ciarla (chiacchiera a vanvera) e tano (da cerretano). Difficile immaginarlo, ma la terra dei santi e dei mistici, l’Umbria, ha dato i natali a chi con la parola e con i gesti, con la giocoleria e con l’affabulazione traeva inganno i popolani estasiati e quasi contenti di essere raggirati da individui così abili e intelligenti. Così il ciarlatano conquistò dapprima la fama di individuo dalle notevoli abilità dialettiche ma anche spettacolari e funambolesche, un individuo che sapeva comunque, seppure sempre più spesso con truffe e raggiri, l’attenzione generale. Fino a raggiungere i giorni nostri in un mondo in cui la ciarlataneria ha subito un netto salto di qualità che assomma in sé sofismi, retorica, demagogia e tutto l’apparato verbale di cui spesso si fornisce chi persegue gli stessi fini di abuso della buona fede di chi ascolta. Mutatis mutandis il paradigma non cambia neanche nell’era delle reti tecnologiche e dei social, così sempre più spesso i nuovi affabulatori si servono del Web per diffondere fake news o messaggi fasulli con l’unico intento di deviare l’attenzione e la formazione dell’opinione pubblica con fini politici e sociali che spesso contrastano con i principi della democrazia. L’AI, l’intelligenza artificiale e i suoi complessi algoritmi che sorvegliano e indirizzano le nostre esistenze hanno spesso gli stessi fini di spostare da una parte all’altra le opinioni, i gusti, gli acquisti, i pensieri, il nostro stare al mondo. Così a Cerreto di Spoleto, dopo qualche anno di timidi tentativi della valorizzazione delle origini della ciarlataneria, è nato il primo Festival dei Ciarlatano con una serie di appuntamenti spettacolari a cura di Fontemaggiore e anche incontri di approfondimento culturale su questa emblematica figura di “artista” la cui fama valicò i confini dell’Italia per diffondersi in tutta Europa. “Purtroppo il Covid – sottoliena Stefano Cipiciani, presidente di Fontemaggiore – non ci ha permesso di estendere il progetto, così come negli intenti iniziali, al mondo delle scuole in un’operazione che poteva rappresentare ottima occasione di conoscenza e di formazione culturale”. Sta di fatto che a partire dal prossimo fine settimana, oggi sabato 12 e domani domenica 13 settembre, i cerretani avranno ancora una volta occasione di essere allegramente sedotti da spettacoli, musica, arte, cultura ed eccellenze gastronomiche, artisti di strada, magie e burattini.
IL PROGRAMMA
Ad inaugurare l’edizione del 2020 sarà il convegno “I cammini dei Cerretani”, in programma sabato ore 10.30 presso il Teatro Comunale, per fare il punto sul patrimonio di informazioni e di conoscenze raccolto negli anni sulla figura storica del Ciarlatano, in vista di una pubblicazione unitaria.
Sabato 12, a partire dalle 16 fino alle 19.30 si alterneranno: Giulio Lanzafame in “Tra le scatole”, spettacolo di circo, giocoleria e acrobatica; Peppino Marabita in “Malleabile”, spettacolo che mescola le arti circensi della giocoleria e dell’equilibrismo con il teatro e la comicità; Marco Lucci con “Torsolo”, spettacolo di burattini; Mauro Silvestrini con le sue “Variazioni sul ciarlatano”, un’azione teatrale tra storie vere e meno vere, per svelare i segreti dell’arte del Ciarlatano. Molto atteso lo spettacolo di sabato sera ore 21.15: il palco di Piazza Pontano ospiterà infatti Francesco Scimemi con lo spettacolo di magia comica “Magicomio Classic”. Un “animale da palcoscenico” che travolge il pubblico con strabilianti giochi di prestigio, Scimemi è stato protagonista in 76 trasmissioni televisive (tra cui Zelig e Domenica in) e in centinaia di repliche nei teatri italiani ed europei.
Domenica 13 si ricomincia dalle 15.30 fino al tramonto: ritroveremo il teatro di strada con Peppino Marabita in “Malleabile” e il trapezista Riccardo Strano in “Qualcosa di strano”, mentre il ciarlatano Mauro Silvestrini racconterà nuove storie. Sul palco centrale risuonerà invece la voce potente di Sara Marini accompagnata da quattro musicisti: “Torrendeadomo – Tornando a casa” è un progetto di musica popolare con brani originali e tradizionali sardi e umbri, con cui il gruppo è arrivato finalista al prestigioso Premio Tenco. Si chiude con lo spettacolo teatrale “La voce della Sibilla” di Fontemaggiore. Un lavoro che parte dal mito della leggendaria profetessa appenninica per arrivare al presente di questa terra e della sua gente. Lo spettacolo è una produzione originale creata all’interno del progetto “Arriva il teatro… nei territori del cratere” .
Il Museo del Ciarlatano ospiterà la mostra d’arte contemporanea “Centro Universale della sanità Mentale” del Maestro Bernhard Gillessen esponendo opere tematicamente corrispettive al drammatico periodo storico in cui viviamo.
IL CONVEGNO
Ad inaugurare l’edizione del 2020 sarà “I cammini dei Cerretani”, necessario convegno per provvedere alla pubblicazione dei materiali raccolti per non disperdere il patrimonio di informazioni e di conoscenze offerto dai contributi presentati in continui incontri, svolti nel corso degli anni, di assoluto valore per la qualità dei relatori coinvolti, e che è opportuno ricomporre in un unico testo associando il rigore scientifico al carattere divulgativo, così da rivolgersi non solo agli studiosi, ma soprattutto alla popolazione, in particolare quella locale, con l’intento di documentare un complesso fenomeno che ha preso avvio dal castello di Cerreto di Spoleto nel XIII secolo e che si è diffuso in varie forme in tutta Europa. Al convegno interverranno: Alessandro Menghini, già docente di Botanica farmaceutica all’Università di Perugia; Sergio Palagiano, Archivio della Curia Generalizia della Compagnia di Gesù di Roma; Andreas Rehberg, Istituto Storico Germanico di Roma; Raffaela Villamena, Archivista; Luciano Giacchè, Valnerinologo; Agostino Lucidi, Rappresentante Cedrav.