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La connessione veloce come diritto di cittadinanza

La comparazione online delle offerte consente all’utente di risparmiare non solo sui costi dei servizi fondamentali, come le assicurazioni auto o le spese applicate ai conti correnti, ma anche sulle utenze domestiche. Questo è, in sintesi, il quadro emerso dal recente studio condotto dal portale Tariffe.it su tre differenti profili di consumo, e cioè le famiglie, i single e le coppie senza figli a carico. Risparmio su luce e gas Alla luce di questo studio ciascuno dei profili ha esigenze e consumi diversi, che è possibile separare per individuare le migliori opportunità di risparmio, soprattutto sulle spese legate all’energia. Alla luce dei dati rilevati dallo studio, la rubrica Sos Energia ha pubblicato una guida per il consumatore che mette in comparazione i costi di elettricità, gas e acqua. Molti degli utenti che sono ancora in regime di Maggior Tutela, tra l’altro, possono risparmiare davvero tanto passando al Mercato Libero. In quest’ultimo caso, è possibile trovare tantissime società che presentano offerte convenienti sui propri siti web, come succede con le tariffe per il gas di Vivigas e con quelle di altri fornitori che offrono sconti e benefit a chi procede all’attivazione online. Andando a guardare con attenzione, è stato calcolato che i single con un consumo medio annuo di 1400 kW/h di luce e 800 m3 di gas, possono risparmiare fino a 56 euro l’anno per la luce e 44 per il gas. Una coppia invece che consuma 2700 kW/h di luce e 1000 m3 di gas può arrivare a risparmiare anche 99 euro di luce e 60 di gas. E infine per le famiglie con consumo di 3900 kW/h di luce e 1500 m3 di gas, il risparmio che si può ottenere arriva a circa 138 euro per la luce e 103 per il gas. Risparmio su Rc Auto, connessione e conto corrente Sempre alla luce dei dati raccolti, sembrerebbe che lo strumento di comparazione online possa regalare nel 2020 agli italiani addirittura uno sconto maggiore dell’8% rispetto allo scorso anno. Un risparmio da raccogliere soprattutto sulle spese più pesanti, come le assicurazioni auto e i costi dei conti correnti bancari. Ma nella possibilità di risparmio c’è dentro tutto il settore delle spese domestiche, compreso Internet e il cellulare. Ovviamente le maggiori opportunità di risparmio toccano a coloro che appartengono alle fasce di spesa più alte, come le famiglie. Secondo una simulazione con il comparatore, infatti, quelle che godranno dei maggiori risparmi, saranno le famiglie con figli, che solo sull’RC possono arrivare a risparmiare una cifra pari al 38% del totale se le polizze sono tre. Le coppie invece risparmiano 69 euro sui conti correnti, mentre i single anche sulle spese di navigazione, con un incremento del risparmio rispetto al 2019 di +21,5% su Internet e +17% sui conti bancari.
PERUGIA Connessione veloce come diritto di cittadinanza, di partecipazione, opportunità sociale. Per questo il consigliere regionale Thomas De Luca (M5S) annuncia la presentazione di una proposta di legge perché ciò venga sancito all’interno dello Statuto della Regione Umbria.
“Ci faremo promotori, nell’ambito della Commissione per le riforme statutarie, di una proposta di legge per inserire il diritto di accesso alle reti info-telematiche all’interno dei principi programmatici dello Statuto della Regione Umbria. Crediamo che infrastrutture e competenze digitali debbano essere al centro della ripartenza dell’economia umbra. Affinché i territori e le comunità possano essere protagonisti della rinascita della regione”. È quanto dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca.
“Per fare questo – spiega De Luca – è necessario colmare in tempi rapidi lo scarto del digital divide intra-regionale, garantendo l’accesso internet come requisito essenziale di inclusione sociale ed incrementando il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini nelle dinamiche lavorative e nelle relazioni con la PA. La connettività è ormai un diritto fondamentale. L’accesso a internet deve essere riconosciuto giuridicamente come diritto che permette di rimuovere forme di discriminazione tradizionali basate su censo, situazione economica o disabilità fisiche, e nuove e ancora poco percepite come il digital divide. Garantire il diritto alla connettività significa garantire pari accesso al lavoro, alla sanità e all’istruzione. Significa creare nuove modalità di lavoro e di sviluppo economico, opportunità per le imprese, ottimizzare l’attività e i rapporti con la pubblica amministrazione. Significa dare ad un territorio quei servizi minimi per consentire alle aziende di sopravvivere ed essere competitive su mercati sempre più digitali. In Umbria sono ancora troppe le zone che non ricevono un segnale stabile per la telefonia mobile e addirittura ci sono località che non ricevono adeguatamente neanche il servizio televisivo”.
“Non siamo – prosegue De Luca – all’anno zero rispetto ad altri, ma è una sfida in cui non possiamo mollare di un centimetro. Secondo Open Polis (elaborazione dati Istat 2019) il 21,3 per cento delle famiglie umbre non ha un accesso internet da casa, un dato tra i più alti in Italia. Di queste il 6,8 per cento dichiara come motivo la mancanza di disponibilità di una connessione a banda larga nella zona, dato più alto in Italia. Tra gli altri motivi ci sono l’alto costo del collegamento e degli strumenti per accedervi, la mancanza di competenze e la minima alfabetizzazione digitale. In Umbria solo il 31 per cento delle famiglie viaggia con una velocità superiore ai 100 Mbps, contro il 55 per cento della Sicilia, il 48 del Lazio o il 46 della Puglia, solo per fare alcuni esempi. Su questi ultimi dati è da rilevare poi come ritroviamo il solito ritardo dell’Umbria meridionale: mentre nel comune di Perugia il 68 per cento delle famiglie viaggia in internet con velocità superiore a 100 Mbts, a Terni succede solo nel 46 per cento dei casi”.
“Tutti questi dati – conclude De Luca – si traducono in mancate opportunità, minor attrattività per le aziende, minori servizi per le imprese, anche del turismo, minori strumenti per l’istruzione, per la sanità. Quindi a buon diritto possiamo parlare di una vera e propria discriminazione ai danni dei cittadini e delle comunità. Un elemento, quello del digital divide, che dovrà essere considerato in via prioritaria anche nella futura pianificazione delle infrastrutture digitali regionali”.

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