FOLIGNO – Martedì 11 agosto all’Arena Supercinema, alle ore 21,30 “The Bra (Il reggipetto) di Veit Helmer (Azerbaigian 2018, 90′). [.] bisogna filmare (ritrarre) prima che tutto sparisca, prima che sia tardi. Questa sentenza di Cézanne, ripresa da Wenders, in uno dei suoi intarsi discorsivi fiancheggianti il suo cinema, calza a pennello al cineasta tedesco di Hannover, Veit Helmer (1968), soprattutto in questo film, girato in Azerbaigian, in un villaggio vicino alla capitale Baku, in particolare in un quartiere popolare, detto Shanghai, in cui i treni passa(va)no vicinissimo alle abitazioni, ora demolito. Già nel film “Absurdistan” (2008) il cineasta aveva realizzato, nel laggiù o nel lassù caucasico, una commedia alla “Lisistrata”, raccontando di un amore ostacolato tra due giovani che, aspettando con ansia e desiderio il loro giorno, secondi i precetti dell’anziana nonna della protagonista, si vedono procrastinare ancora l’adempimento, perché una tremenda siccità costringe tutte le donne del villaggio a cercare acqua lontano. Si ribelleranno all’ingiusta e non condivisa fatica, negando agli uomini, ciò che i giovani tanto desiderano. In questo film, invece, l’oggetto parziale, magico (un reggipetto), radiante il desiderio dell’intero, muove il ferroviere Nurlan (il grande attore serbo Miki Manojlovic), che raccoglie gli oggetti perduti dagli abitanti del quartiere e, nell’ultima giornata di servizio, proprio quello che sarà il movente delle sue ricerche, rivelandogli il bisogno di amore e appartenenza. Affiancato da Denis Lavant (attore feticcio di Leo Carax), dalla duttile attrice spagnola Paz Vega e da altri ottimi professionisti, il cineasta coreografa come un balletto questa deliziosa commedia, che richiama il grande, poco conosciuto purtroppo, Mikhail Kobakhidze che con il suo “Amore giovane” del 1961 aveva ripreso una meravigliosa tradizione audiovisuale.