ARRONE – Proseguiamo nella visita in Valnerina di monumenti e chiese dove artisti hanno lasciato un indelebile segno del loro passaggio. Vediamo un altro personaggio sconosciuto in Valnerina soprattutto per il difficile nome e cognome: Eberhard o Bernhard Keilhau. Conosciuto nella sua nazione, la Danimarca, come Keil e, in Italia (sopratutto Roma) fu famoso con lo pseudonimo di Monsu’ Bernardo. E’ presente alla chiesa di Santa Maria in Arrone (nella foto di copertina) con una tela.
“Il dipinto – come ci spiega Giovanna Sapori ( la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Arrone – documenti ed opere edite. Associazione culturle Magister) raffigura la Madonna col Bambino e i Santi Pietro e Giovanni Evangelista. Il dipinto un tempo era pala di altare della cappella dei nobili Arroni e fu commissionata da Giuseppe Arroni come e riportato nel testamento redatto nel 1669. Da poco tempo il dipinto e’ stato attribuito a Monsu’ Bernardo. Il suo genere di elementi dell’europa del nord, ma anche lombardi, genovesi, veneziani e romani si rispecchia nella pala di Arrone, uno dei suoi pochi dipinti chiesastici (Rimini pinacoteca comunale; Cesena chiesa dei Servi; Cadice, cattedrale) databile fra il 1650 e il 1669.
La figura della Madonna – continua Giovanna Sapori – deriva da una incisione tratta da una delle Madonne, che ebbero molto successo come immagini di devozione, dipinte da Pierre Mignard a Roma (1655-56); i tra angeli a destra da una incisione del pesarese Simone Cantarini”.
Andiamo a conoscere in breve l artista, come detto detto Danese, nato a Helsiger nel 1624 e morto il 3 febbraio del 1687 a Roma. Inizio la sua carriera assai giovane aveva circa 18 anni nella bottega di Rembrandt ad Amsterdam dove soggiornò tra il 1642- 1644. Non è da escludere però che il suo primo maestro fu Morten van Steenwisikel, che nella sua bottega Monsu’ fu messo dal padre a soli 12 anni. Fu un eccelso pittore di pale di altare ed influenso i pittori Sal ator Rosa, Antonio Amorosi, e altri artisti italiani della pittura seicentesca, con soggetti popolari. Prima di giungere in Italia Monsu’ attraverso varie nazioni e a lui furono commissionati vari lavori alcune città tedesche come Francoforte, Colonia Magonza, Augusta ecc. In Italia giunse nel 1661 lavoro’ a Venezia ( tela nella chiesa dei Carmitani). A Bergamo strinse amicizia con Evaristo Boschenis. Il 31 marzo del 1656 a Roma inizia il periodo piu fecondo incontrando il caravaggismo e la scuola dei Bamboccianti. Fu celebre per le sue allegorie: l eta dell uomo, i cinque sensi, i quattro elementi. Dalla biografia scritta da Filippo Baldinucci, si evince la sua origine protestante e la conversione al cattolicesimo. Nel 1657 rimane a Roma in modo stabile e definitivo. Mori a causa di una pleurite che lo fece soffrire per nove giorni. Roberto Longhi identifica Monsu’ per primo che, nel 1938, distinse le sue opere da quelle di Antonio Amorosi.