CASCIA – A Roccaporena Festa delle Rose e delle Rite. Sabato scorso, 27 giugno, alle ore 11, solenne cerimonia presso la palestra coperta del centro Santa Rita. Celebrante l’ Arcivescovo di Spoleto Renato Boccardo. Nel rispetto dei protocolli la cerimonia e’ stata seguita e partecipata da un folto gruppo di fedeli su prenotazione e trasmessa sui social. Roccaporena non ha bisogno di presentazioni, conosciuta in tutto il mondo essendo il paese dove nacque e visse la sua gioiosa e tormentata esistenza Margherita Mancini in fede Santa Rita.
Oltre allo scoglio, l’orto del miracolo del fico e della rosa, la casa paterna e la casa maritale, Roccaporena annovera anche la chiesa di San Montano dove ha visto le fasi salienti della vita spirituale di Rita ossia dall’educazione religiosa al matrimonio e dove sono sepolti i figli e il marito. Ma la chiesa, di non ampie dimensioni, e’ un vero gioiellino dedicata a San Montano. Personaggio singolare della cristianità quando venne in questi luoghi dalla Licia in Asia Minore. Faceva parte di un gruppo di monaci eremiti a seguito di Eutizio e Spes in valle Castoriana. Montano mori a Roccaporena in odore di Santita’ e per Vox Populi fu nominato patrono del piccolo borgo e, a lui, fu dedicata la chiesa parrocchiale. Chiesa che si presenta con impianto romanico-gotico, su una prima cella benedettina eremitica.
Esternamente, la chiesa si presenta con due ingressi. Su quello di destra si apre una lunetta con affresco di Madonna, risalente al XV secolo, di scuola umbro – senese. Il campaniletto a vela, in facciata con due fornici e’ originale alla prima edificazione. L’ interno e’ diviso da due piccole navate.
Alcuni affreschi raffigurano gli eremiti Macario e Bordone del 1570, eseguiti da pittori locali. Sul pilastro, in controfacciata, una Crocifissione con la Beata Rita e Sant’ Antonio, opera degli Sparapane. Altri votivi sono del XV e XVI secolo con immagine di San Montano sulla parete di destra.
Sulla calotta dell’abside una Incoronazione della Vergine con l’Onnipotente tra Nubi e teste cherubiche del XVI secolo eseguito da un anonimo umbro così anche nell’abside, una schiera di Santi, alcuni pero’ di scarsa interpretazione a causa del tempo.
Qui Margherita all’eta di 15 anni sposò Paolo di Ferdinando, di buona famiglia, ma ghibellino. La chiesa e’ molto raccolta. Si respira una pace e serenita’, forse la stessa che provava Margherita quando qui riceveva i sacramenti e pregava per il marito e per i figli. Insomma il turismo spirituale fa bene non solo all’economia locale ma sopratutto allo spirito e, questi luoghi singolari, ci avvicinano sempre di più a conoscere e scoprire con semplicità l’amore per il prossimo e verso Dio.