TREVI – Il Complesso Museale di San Francesco riapre a luglio le sue porte dal venerdì alla domenica 10,30- 13/14,30-18; ad agosto dal giovedì alla domenica 10,30 -13/15-19; a settembre da sabato a domenica 10,30-13/14,30-18.
“Di recente – assicura Carlo Roberto Petrini, storico dell’Arte e tra i responsabili delle attività del Museo di Trevi – il museo ha ritrovato una nuova facies, aggiornata secondo i recenti modelli espositivi museali, curando soprattutto la parte didascalica-didattica delle opere presenti. Degna di nota – spiegano – è la sezione archeologica che documenta la storia del territorio dall’epoca preromana fino al basso medioevo con la presentazione di oggetti ceramici del “Butto” di Palazzo Lucarini. I nuovi studi sul Trecento scaturiti dalla mostra internazionale dal titolo “Capolavori del Trecento. Il cantiere di Giotto, Spoleto e l’Appennino”, hanno favorito una nuova lettura dei dipinti su tavola e ad affresco: dal Maestro del Crocifisso di Trevi al Maestro di Fossa.
L’emersione dai depositi comunali di un gruppo di tele dopo anni di oblio e abbandono provenienti dall’ex chiesa di sant’Antonio Abate dei Cappuccini di Trevi, extra moenia, ha favorito la creazione di una sala dedicata al Seicento, sebbene questa accolga un quadro di particolare valore storico degli inizi del Cinquecento, raffigurante la deposizione, attribuito a Benedetto Coda, riminese, attivo tra il XV e il XVI secolo. Le opere, tutte restaurate, raffigurano vari santi appartenenti all’Ordine dei frati minori francescani cappuccini e sono ascrivibili come fattura al XVII secolo.
Le tele, esposte ad annum, raccontano il grande fermento culturale della Città in questo periodo, attraverso la committenza delle famiglie nobili di Trevi, in primis la Famiglia Valenti. Tale crescita artistica raggiunge il suo apice nei soffitti del piano nobile di Villa Fabri, dove si dà convegno un’impresa romana di inizio Seicento, formata da Tarquinio Ligustri, Ventura Salimbeni, Antonio Circignani, detto il Pomarancio e Prosperino Orsi, detto delle Grottesche.
Il percorso espositivo della Raccolta d’Arte di San Francesco inizia dalla sezione archeologica per poi proseguire l’itinerario nelle sale della pinacoteca. La raccolta dei dipinti dal XIV sec. fino al XVII sec prosegue nei piani superiori. Tra le opere d’arte si annoveravano, oltre ai capolavori del Maestro del Crocifisso di Trevi, del Maestro di Fossa, un trittico e un polittico con le storie della Vita di Cristo di Giovanni di Corraduccio, l’Incoronazione della Vergine di Giovanni di Pietro detto lo Spagna, e una Madonna con il Bambino del Pinturicchio. Una raccolta di opere che spazia dalla pittura medievale, rinascimentale, fino ai più alti esiti del Seicento con la straordinaria personalità pittorica di Alessandro Turchi, detto l’Orbetto.
Nel percorso di vista è stata inserita la sezione dedicata alla Prima Società Tipografica documentata al mondo, nata a Trevi nel 1470. Dal primo piano si accede al loggiato superiore del chiostro e da questo alla chiesa, dove si conserva l’organo più antico d’Europa del Cinquecento.
Nei piani terra e interrati è stato allestito il Museo della Civiltà dell’Ulivo, il primo a carattere pubblico in Europa.
Accanto alle raccolte museali – conclude Carlo Roberto Petrini – si è unito un patrimonio di conoscenze notevole: dall’archivio storico alla biblioteca, che viene a costituire un unicum nel panorama delle istituzioni museali, venendosi a creare, per dirla in termini aristotelici, un meraviglioso “sinolo di forma e contenuto” in seno alla Città di Trevi”.