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"L’impresa come sistema vivente": saggio di Massimo Mercati, Ceo di Aboca

Tra i vari cambiamenti provocati dalla pandemia covid 19 rientra senza dubbio anche una nuova visione di fare impresa che non potrà più essere concepita solo come una macchina da profitto, ma dovrà rivedere i propri obiettivi, passando da una crescita quantitativa ad una qualitativa. Un’inversione di prospettiva che presuppone di rinunciare ai vecchi archetipi e adottare un nuovo approccio in cui il profitto del singolo non possa prescindere da un benessere condiviso da comunità e ambiente. 
Questo è il pensiero che si racchiude nel nuovo saggio di Massimo Mercati, dal titolo L’impresa come sistema vivente di Aboca Edizioni, già disponibile in tutte le librerie.

La copertina del libro: “L’impresa come sistema vivente”_Aboca edizioni

Si tratta di un’opera agile e densa di contenuti, ricca e ispirata, in cui i saperi – scienza e filosofia, economia ed ecologia, etica e management – si fondono continuamente per proporre una inedita forma di impresa, vocata al bene comune.
L’autore, Massimo Mercati

Massimo Mercati nel suo libro propone un nuovo modello aziendale, una “comunità tra le comunità”, dove la complessità e l’intelligenza naturale indicano le linee guida per gestire le imprese ed il ruolo di ognuno all’interno di esse. Una visione che concepisce le aziende come soggetti fortemente interconnessi con il contesto sociale e l’ambiente in cui viviamo.  Quella di Massimo Mercati è una visione che si pone oggi in continuità con il radicale messaggio espresso da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ e con i fondamentali lavori di Stefano Zamagni e Luigino BruniMercati parla di proprietà come custodia, invita al superamento del neoliberismo e dell’approccio predatorio di matrice capitalista, offrendo possibili modelli di sviluppo futuro. Dalle speranze riposte nel Green Deal europeo al cambio di paradigma delle “Benefit Corporation”. Modelli non solo giusti e sostenibili, ma anche vincenti, capaci di far diventare le imprese un vero motore del cambiamento, apportando al contempo un effettivo vantaggio alla comunità e all’ambiente. 
E l’impresa, per Mercati, diventa così creatrice di valore economico solo quando svolge appieno la sua funzione economico-sociale: “Non è il profitto che crea valore, ma è la creazione di valore che genera il profitto. Non si tratterà di vendere per creare valore, ma di creare valore per vendere.” Il testo è anche un’occasione per ripensare il management aziendale: l’autore rinnova il concetto di “responsabilità sociale di impresa”, ridefinisce l’idea di “vision” e “mission” e propone di adattare all’organizzazione aziendale gli schemi propri dei sistemi viventi per una maggiore efficacia dell’azione imprenditoriale. Perché questo sia possibile l’imprenditore deve identificare i valori di fondo della propria organizzazione e condividerli, affinché diventino punti di riferimento concreti, capaci di guidare realmente le azioni di tutti coloro che ne fanno parte.  Il pamphlet, col suo impianto multidisciplinare, si presenta come un manifesto innovativo, documentato, ricco di stimoli e riferimenti: da Seneca a Etienne Wenger, dal wu wei del taoismo a Frédéric Gros, da Henry Ford ad Adriano Olivetti. 
Il libro, in definitiva, richiama a una nuova responsabilità di fronte all’emergere di nuove crisi politiche, economiche ed ambientali: produrre valore condiviso all’interno di un sistema in cui tutti siamo interconnessi. Non ha più senso pensare all’impresa come monade isolata e in questo nuovo mondo non si potrà più prescindere dalla reale capacità di comprendere la complessità del contesto in cui ci muoviamo, adottando nuovi schemi di pensiero ed una nuova contabilità del valore.
 

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