PERUGIA – Si dirà: “Eccolo là”. Ti pare che quando c’è di mezzo la categoria di pertinenza, non arriva la sviolinata al direttore d’orchestra di turno. La bacchetta è quella del capogruppo del Partito democratico in Regione, Tommaso Bori, con la quale annuncia la presentazione di una mozione per impegnare la giunta a “riconoscere, promuovere e sostenere il mondo dell’informazione umbra che, pur nelle difficoltà, continua a svolgere un ruolo importante di servizio pubblico indispensabile per la promozione del pluralismo e la difesa dei diritti dei cittadini”.
Infatti per Bori, “l’accesso all’informazione va considerato come un bene di prima necessità e il lavoro dei professionisti dell’informazione deve essere riconosciuto come servizio essenziale”.
Infatti per Bori, “l’accesso all’informazione va considerato come un bene di prima necessità e il lavoro dei professionisti dell’informazione deve essere riconosciuto come servizio essenziale”.
Bene: detto che a Vivo Umbria poco davvero interessa l’appartenenza politica se non ha sostanza di idee, concretezza del fare, progetti per promuovere la cultura, è ovvio che fa piacere come categoria essere considerati per ciò che si fa. Al di là, ovviamente, del nostro caso specifico, dell’orticello che quotidianamente coltiviamo con dedizione, passione, competenza da poco più di un anno. C’è infatti, molto prima di noi, una lunga storia di giornalismo umbro.
Dunque, vi giriamo parola per parola, l’intervento di Tommaso Bori. Che, naturalmente, ringraziamo per l’interessamento riservato alla categoria. Pronti a riservare lo stesso spazio a chi volesse riservare altrettanta attenzione.
“Serve, urgentemente, un intervento incisivo e strutturale a difesa del sistema dei media locale, di ogni genere e tipo. L’accesso all’informazione va considerato come un bene di prima necessità e il lavoro dei professionisti dell’informazione deve essere riconosciuto come servizio essenziale, al pari degli altri”. Occorre per Bori “riconoscere, promuovere e sostenere il mondo dell’informazione umbra che, pur nelle difficoltà, continua a svolgere un ruolo importante di servizio pubblico indispensabile per la promozione del pluralismo e la difesa dei diritti dei cittadini”.
“Il comparto dell’informazione locale – spiega Bori – versa ormai da anni in una condizione di forte criticità, che ha comportato la chiusura e il ridimensionamento di diverse realtà editoriali, con evidenti e gravi ricadute occupazionali. Tale situazione – aggiunge – rischia di aggravarsi ulteriormente a causa dell’emergenza sanitaria in corso e dei suoi effetti sull’economia e sulla società regionale e nazionale che stanno portando ad ulteriore forte contrazione del mercato pubblicitario”.
Il Capogruppo PD chiede dunque alla Giunta regionale “di aprire un tavolo di confronto tra la Regione, Associazione della Stampa umbra, Ordine dei Giornalisti, Associazioni degli editori, Co.Re.Com e Anci Umbria, per dare piena attuazione alla legge regionale ‘11/2018’, che aveva l’obiettivo di sostenere il sistema dei media locali con una serie di misure per l’innovazione e la salvaguardia del lavoro, con un fondo di 630 mila euro nel triennio 2017/2020”.
“Oltre ad erogare tutte le risorse di cui il settore già dispone grazie a quella legge, che venne approvata nella scorsa legislatura – continua Bori – la Regione deve mettere in campo al più presto un contributo straordinario diretto, a fondo perduto, come strumento anti-crisi, unitamente a nuove misure strutturali realizzabili attraverso una diversa pianificazione dei fondi relativi alla comunicazione e all’informazione istituzionale, che vedano maggiormente coinvolte le testate giornalistiche locali, sia cartacee che online, che abbiano una redazione regionale, specie nel campo della promozione delle misure relative ai fondi strutturali che dispongono di risorse dedicate, ma che, troppo spesso, vengono destinate ad altre attività non sempre efficaci. Il rischio che stiamo correndo – conclude Bori – è di ignorare i segnali d’allarme che vengono dal mondo dell’informazione e andare verso una desertificazione del mondo dei media locali”.
Dunque, vi giriamo parola per parola, l’intervento di Tommaso Bori. Che, naturalmente, ringraziamo per l’interessamento riservato alla categoria. Pronti a riservare lo stesso spazio a chi volesse riservare altrettanta attenzione.
“Serve, urgentemente, un intervento incisivo e strutturale a difesa del sistema dei media locale, di ogni genere e tipo. L’accesso all’informazione va considerato come un bene di prima necessità e il lavoro dei professionisti dell’informazione deve essere riconosciuto come servizio essenziale, al pari degli altri”. Occorre per Bori “riconoscere, promuovere e sostenere il mondo dell’informazione umbra che, pur nelle difficoltà, continua a svolgere un ruolo importante di servizio pubblico indispensabile per la promozione del pluralismo e la difesa dei diritti dei cittadini”.
“Il comparto dell’informazione locale – spiega Bori – versa ormai da anni in una condizione di forte criticità, che ha comportato la chiusura e il ridimensionamento di diverse realtà editoriali, con evidenti e gravi ricadute occupazionali. Tale situazione – aggiunge – rischia di aggravarsi ulteriormente a causa dell’emergenza sanitaria in corso e dei suoi effetti sull’economia e sulla società regionale e nazionale che stanno portando ad ulteriore forte contrazione del mercato pubblicitario”.
Il Capogruppo PD chiede dunque alla Giunta regionale “di aprire un tavolo di confronto tra la Regione, Associazione della Stampa umbra, Ordine dei Giornalisti, Associazioni degli editori, Co.Re.Com e Anci Umbria, per dare piena attuazione alla legge regionale ‘11/2018’, che aveva l’obiettivo di sostenere il sistema dei media locali con una serie di misure per l’innovazione e la salvaguardia del lavoro, con un fondo di 630 mila euro nel triennio 2017/2020”.
“Oltre ad erogare tutte le risorse di cui il settore già dispone grazie a quella legge, che venne approvata nella scorsa legislatura – continua Bori – la Regione deve mettere in campo al più presto un contributo straordinario diretto, a fondo perduto, come strumento anti-crisi, unitamente a nuove misure strutturali realizzabili attraverso una diversa pianificazione dei fondi relativi alla comunicazione e all’informazione istituzionale, che vedano maggiormente coinvolte le testate giornalistiche locali, sia cartacee che online, che abbiano una redazione regionale, specie nel campo della promozione delle misure relative ai fondi strutturali che dispongono di risorse dedicate, ma che, troppo spesso, vengono destinate ad altre attività non sempre efficaci. Il rischio che stiamo correndo – conclude Bori – è di ignorare i segnali d’allarme che vengono dal mondo dell’informazione e andare verso una desertificazione del mondo dei media locali”.