PERUGIA – Sono 5.286 le società di capitali umbre (Spa, Srl e Cooperative) che rientrano nel nuovo decreto anti coronavirus nel quale sono indicati i settori Ateco che sfuggono al principio del ‘chiudere tutto’.
Lo studio è stato condotto da Acacia Group che, attraverso l’Osservatorio delle imprese, ha messo sotto la lente i ‘numeri’ delle società di capitali dell’Umbria. Il raggruppamento evidenziato sviluppa un fatturato aggregato di oltre 12 miliardi di euro e impiega 52.096 addetti, il 74,06 per cento delle 5.286 società ha sede legale nella provincia di Perugia e il restante 25,94 per cento in quella di Terni.
Per quanto concerne il volume di affari, la fascia predominante è popolata dalle società con un fatturato inferiore al milione di euro (77,22%), seguita con netto distacco da quella 2-20 milioni Euro (10,16%).
Analizzando invece il numero addetti per azienda si evidenziano 75 grandi aziende con un organico superiore ai 100 dipendenti (1,44% delle 5.286 Società), la fascia centrale di 2.781 Pmi con organico tra i 2 e 100 dipendenti, e la fascia delle microimprese che occupa il 45,97 per cento del totale.
“E’ difficile dire cosa ci aspetta e fare previsioni senza margine di errore – conclude Francesco Pace, founder di Acacia Group –. Quotidianamente, e ancor più in queste lunghe giornate, mi confronto con imprenditori e professionisti che sottolineano la priorità assoluta di risolvere l’emergenza sanitaria. Senza dimenticare che l’Umbria proviene da anni difficili e speriamo non subisca ripercussioni peggiori rispetto al panorama nazionale. Quali saranno le conseguenze economiche lo sapremo più avanti, quando avremo modo di analizzare i numeri reali. Aspettiamoci certamente un nuovo modello economico… da dopoguerra”.