PERUGIA – E’ un pezzo di storia, e che storia, di un certo modo di fare musica, di raccontare le cose della vita. Massimo Zamboni dà un appuntamento al quale sarebbe un peccato mancare. La data è quella di domenica 31 marzo, il luogo la prestigiosa Sala dei Notari a Perugia. Il costo del biglietto, 15 euro. L’organizzazione è a cura di Patrizia Marcagnani, e della sua associazione Moon in June.
Dopo un percorso ventennale in due delle maggiori band nella storia della musica italiana, CCCP e CSI, e una altrettanto lunga carriera solista che lo vede affermarsi come autore, compositore, musicista e scrittore, il viaggio di Massimo Zamboni prosegue ora con un nuovo tour di concerti. “Onda improvvisa di calore” è il titolo scelto. Racconta l’artista emiliano: “Sento in questi ultimi anni un grande affetto per le nostre passate vicende musicali, e un grande rispetto e attenzione per le successive strade che ognuno di noi ha intrapreso. Una vera onda di calore, capace di scuotermi e rimettermi su un palcoscenico puramente musicale, dopo aver dedicato gli ultimi anni alla scrittura e alla pratica dei reading musicali”.
Un percorso da musicista il suo, che vanta la collaborazione di molti artisti rilevanti, da Nada a Angela Baraldi, Lalli, Saro Cosentino, i post-CSI di Breviario Partigiano, Stazioni Lunari di Francesco Magnelli e Ginevra Di Marco, il kolossal I Soviet+l’elettricità. Ma ora è arrivato il momento di uscire allo scoperto, con una presa di coscienza che spinge l’artista a rimettersi in gioco come cantante a tutti gli effetti oltre che come musicista, offrendosi in uno spettacolo intimo e profondo. Nei piccoli teatri e nei club più attenti, incrociando gli occhi curiosi di chi, come lui, ha voglia di viaggiare ancora, Zamboni attraverserà l’Italia con uno concerto inedito dove ripercorrerà i brani composti da solista insieme ad una carrellata di storiche canzoni di CCCP e CSI.
Ancora Zamboni: “Ora, a 18 anni dalla chiusura dei CSI, sento che per me una nuova maggiore età è arriva ed è il momento di verificarla. È stato un percorso complesso, macinato attraverso una lunghissima fase di rielaborazione della perdita (perdita irreparabile per alcuni versi; obbligata per altri). Un percorso condensato in tre album che ho voluto raccogliere sotto l’unico titolo di ‘Prove tecniche di Resurrezione’. Ed è così che così che ‘Sorella Sconfitta’, ‘L’inerme e l’imbattibile’ e ‘L’estinzione di un colloquio amoroso’ sono poi diventati tre capitoli di un romanzo musicato di dissoluzione e rinascita”.
“I libri sono stati la vera grande svolta per arrivare a un’intima consapevolezza che potremmo chiamare semplicemente: voce” racconta Zamboni. ‘Nessuna voce dentro’: è questo il titolo del suo ultimo libro dedicato alla Berlino del 1981, dove nacque per la prima volta il progetto dei CCCP. Una voce rivelatrice che sussurra la strada giusta, un suono del corpo, una corda che vibra. Zamboni afferma: “Ora sento che quella voce che avevo affidato alle corde della chitarra, o alle eccellenze vocalità di altri, è arrivata. Esce da me senza intermediari, questa onda improvvisa di calore, nascosta da chissà quanto tempo in zone oscure. Sia la benvenuta”.
La scheda Massimo Zamboni nasce nel 1957 a Reggio Emilia. Agli inizi degli anni ’80, dopo un periodo nella Berlino del Muro e delle case occupate, tornato a Reggio fonda assieme a Giovanni Lindo Ferretti il gruppo CCCP-Fedeli alla Linea. L’Europa dei blocchi est-ovest, le case occupate, la decadenza dell’impero sovietico, il realismo inquieto del vivere in una provincia divisa tra un cuore filosovietico e una pratica filoamericana, fascinazioni popolari e musica melodica, condizione giovanile e tradizione: tutto questo si mescola nelle canzoni di CCCP, nel loro “punk filosovietico”. I titoli degli album sono veri e propri programmi politici: “Ortodossia”, “Compagni cittadini fratelli partigiani”, “Affinità e divergenze tra il compagno Togliatti e noi”, “Socialismo e barbarie”. Canzoni che ancora oggi esercitano un fortissimo richiamo per il pubblico italiano. L’esperienza CCCP termina nel 1989, allacaduta del Muro di Berlino. Il decennio successivo vede la nascita di un nuovo gruppo: CSI, Consorzio Suonatori Indipendenti. La popolarità del gruppo è immediata, tanto da portarli ai vertici della classifica discografica, pure con canzoni impegnative, salmodianti, con tematiche incentrate sulla vicina guerra nei Balcani, la memoria e la Linea Gotica, la fine del mondo occidentale, e incursioni in mondi lontanissimi e vicini, Mostar, la Mongolia, il Finisterre francese. Attorno al gruppo si coagula un vero e proprio movimento musicale, Consorzio Produttori indipendenti, con decine di album prodotti, che portano alla ribalta nazionale numerosi gruppi.
Terminata l’esperienza CSI, dal 2000 comincia un lungo periodo di sperimentazione e ricerca, che porta Zamboni a comporre album come solista, incentrandoli su tematiche che analizzano la condizione umana nei suoi aspetti più intimi e drammatici, e assieme collettivi: la sconfitta, l’inermità, l’estinzione. Nel frattempo comincia la collaborazioni con numerosi altri artisti, in particolare Nada, Angela Baraldi, Cisco. Realizza diverse colonne sonore per il cinema, lungometraggi, documentari e corti sperimentali. Pubblica sei libri: In Mongolia in Retromarcia / Emilia Parabolica / Il mio Primo Dopoguerra / Prove Tecniche di Resurrezione / L’eco di uno sparo / Anime galleggianti (con Vasco Brondi).
Infine un consiglio, meglio provvedere per tempo alla prenotazione: inviare email a info@mooninjune.it