SPOLETO – Che dire della rocca che “spaparazzata” sul colle Sant’ Elia, domina la città dei duchi da secoli? Che dire? La bellezza… il fascino misterioso e indiscreto dimora qui…da uno sguardo, giu’ verso il ponte, la guglia del duomo e Porta Fuga, la rocca, ha ancora tanta storia da raccontare e noi… l’ascoltiamo attenti, come bambini accanto al fuoco, in inverno, quando la nonna, con il grande libro ci novellava di fate.
La Rocca di Spoleto si fa risalire al 1359, ma soltanto nel 1362, tramite un documento si attesta che Matteo Gattapone era il sovrintendente ai lavori. Si dice anche, che nel 1370, la costruzione ancora non era compiuta.
L’ edificazione della rocca, nel 1353 fu commissionata da Papa Innocenzo VI al Cardinale Gil Albornoz, per rafforzare il dominio sulle terre della chiesa.Tale opera fu vista di buon occhio anche dalla popolazione, come un atto di riscatto dal dominio svolto per tanti anni da Perugia, questo, a dimostrazione anche dalla distruzione nel 1359, della fortezza eretta dai perugini presso Porta Fuga. Dall’ ultimazione dei lavori, a tutto il XVI secolo, fu sede di importanti avvenimenti socio politici ospitando personaggi della storia. Il primo personaggio fu Gomez Albornoz, nipote del cardinale che ne fu il primo castellano. Nel 1392 soggiorno’ il Papa Bonifacio IX; i cittadini per colpa di alcuni governatori non tanto amati dal popolo, nel 1439 chiedono al Papa la demolizione della fortezza, vista come simbolo di tirannia e oppressione. Qui soggiorno’ Papa Nicolo’ V, nel periodo della lotta contro l’antipapa Felice V. Di questo periodo vengono commissionati a Berardo Rosellino interventi di consolidamento con nuovi appartamenti. Altri interventi vengono commissionati dai governatori Domenico Ricci nel 1484 e Rodolfo d’Aragona nel 1571. La rocca ebbe numerose visite di pontefici come Pio II, Sisto IV, Giulio II con un grande seguito di cardinali tra i quali Giovanni De Medici (che diverrà papa Leone X nel 1511), ma anche Clemente VII.
Il personaggio più illustre e chiacchierato della storia e’ lei Lucrezia Borgia, che nel 1499, allontanata dal padre Papa Alessandro VI e dal marito Alfonso d’ Aragona, a soli 19 anni fu governatore. Il suo interno e’ veramente maestoso. Doppio loggiato, al centro cortile un pozzo esagonale con cisterna per raccolta acqua piovana; due cortili interni uniti da un fornice affrescato dal 1572/1575 sulla volta stemma di papa Gregorio XIII con le raffigurazioni di sei città pontificie: Orvieto, Ripatransane, Spoleto ecc. Dallo scalone d’ onore si sale al piano nobile on il salone dei ricevimenti, la “camera pinta” (ricavata dentro la torre maestra), con tracce di affresco del XIV-XV . La rocca iniziò il suo declino dopo il XVII secolo quando i governatori preferirono soggiornare in citta’ lasciando cosi la rocca nel degrado e abbandono, addirittura altereranno con manomissioni edili la struttura. Nel 1831 e’ destinata a caserma di truppe e carceri, e già si contavano 540 carcerati. Nel 1843 inizio’ la costruzione di un corpo di fabbrica. Nel 1860 viene trasformata in casa di pena; nel 1891 di nuovo abbandonata. Successivamente viene adibita a carcere fino alla nuova edificazione a Maiano.
Da qualche anno la gloriosa rocca Albornoz e’ tornata al suo originario splendore, con il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto; laboratori beni culturali; scuola di restauro libro antico. Eventi culturali, convegni e mostre, eventi di prestigio musicali.
Un luogo spettacolare per la sua maestosita’ e per il panorama che da lassu’ trasporta il visitatore nella fantasia più ardita, e perché no, nelle notti di luna … si potrebbe incontrare sugli spalti la bella Lucrezia.