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E' morto Straccivarius tra genialità e follia


PERUGIA – Fu irriso, preso per pazzo, additato come eccentrico e “svitato”. Eppure è stato uno dei personaggi che ha arricchito Perugia di quell’anelito di libertà espressiva spesso repressa per conformismo o per timore di esporsi al pubblico ludibrio. Lui no, Straccivarius personaggio lo era sino in fondo e declinava il suo status di “stravagante” senza timori, scatenando un’immaginazione e una creatività che spesso gli costarono care, collocandolo in quel limbo che spesso rendono complementari genialità e follia. Di lui si ricordano i “dialoghi” con Paolo Vinti che sancirono il successo delle “declamazioni”, esternazioni a tutto tondo su politica e fede comunista. Poliedrico e versatile servì a suo modo in modalità molto diverse l’una dall’altra il mondo delle arti: musicista, scrittore, poeta e attore. Ha lasciato oggi il mondo terreno in una casa di accoglienza a Montecastrilli, in provincia di Terni, ma per i perugini non sarà facile dimenticarlo.
Ci sono momenti tristi nella realtà culturale di una comunità con i quali è difficile fare i conti. Per una serie di motivi. Magari perché solo a posteriori ci si rende conto della pesantezza dell’assenza, non solo legata al ricordo ma, peggio, quando a ciò si accompagna qualche serio rimpianto per non aver del tutto compreso. Questa è una domenica triste per chi deve fare i conti con la cronaca amara di un giorno che ci ha tolto per sempre Silvano Cenci. Gli ultimi anni della sua vita sono stati segnati da un’aggressione, lasciamo da parte gli accanimenti di novelli investigatori di “nera”,  che lo ha costretto su una sedia a rotelle. Alcuni dicono che lì alla fine voleva stare. Chissà. Di fatto c’è un pezzo di vita che contrasta con quella precedente, in cui Straccivarius ha percorso alla sua maniera tutte le arti, nessuna esclusa, da quella legata alla musica fino alla scrittura, dalla poesia al teatro a cui dedicò insegnamenti importanti per i giovani universitari del Cut. Ha subito, certo, le diffidenze di una omosessualità incompresa ancora ora e, ovviamente molto di più, allora. Restano invece tutte le cose che ha fatto e detto, le parole che ha scritto in prosa o messo in rima, la stima di grandi personaggi che si sono confrontati con il suo genio per fortuna da alcuni perfettamente compreso. Come dimostra tangibilmente il Casanova di Fellini nel quale Cenci ha fatto la sua parte. O la stima pubblicamente espressa di Eduardo de Filippo o Vittorio Gassman. Se ne è andato appena ora un grande vecchio e già si avverte il rumore di un’onda di sana nostalgia

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