POLINO – A 835 slm, se ci fosse la neve, che quest’ anno tarda ancora ad arrivare, Polino, il più piccolo comune della Valnerina sarebbe ancora piu’ affascinante. Ma da quella altura, tra tornanti e montagne dominato dal Petano, cima la Pelosa, sulla piazzetta ci aspetta uno dei gioielli di idraulica ad utilità pubblica di grande rilevanza a dir poco monumentale. Si tratta della Fontana Castelli tutta realizzata in pietra bianca da Antonio Manno della prima metà del XVII secolo.
In stile tardo manieristica romano, fu eretta per volere del marchese Giovanbattista I Castelli governatore perpetuo del paese e donata ai cittadini. Il prospetto e tripartito in due lesene culminanti con cariatidi a sostegno della trave portante da cui si elevano due cuspidi con al centro una statua della regina Giovanna I D’Angio’. Alla base la fontana, e composta da tre vasche per la raccolta dell’acqua. In quella centrale e’ riprodotto “marforio” di pietra evocate un dio fluviale, dove ha la cannella dell acqua sotto il braccio, mentre nelle laterali sono scolpite teste di leone che gettano acqua dalla cannella.
Dall’architrave provengono due sezioni laterali arcuate. Al centro la lapide dove si legge: D.M.O. FONTEM VIVIM SALIENTIS AQVE PVRITATE APVD OPPIDANOS CELEBERRIMUM IVLIVS II CASTELLVS DE S. EVSTACHIO ABNAHARTIVM PRINCIPIBVS MARCHIONIS IO.FRANCISCI FILIVS MARCHIONIS IO.BAPTISTE NEPOS BARO ROMANUS CASTRI FORTIS MARCHIO VCASTRI MARIE COMES PVLINENTIVM REGVLVSC PERPEETVVS PVBLICE COMMODITATI HIC DVCIEXORNARIQUE MANDAVIT ANNO DOMINI MDCXV –
In pratica: il marchese Castelli conte di Collestatte e Torreorsina (monte Santa Maria), governatore perpetuo di Polino fece condurre questa famosa sorgente. Nel retro la fontana annovera delle vasche per il lavaggio, abbeveratoi per animali e servizi vari. Tutto restaurato come in originale. Qui a Polino feudo della famiglia ternana dei Castelli, fin dal XVI secolo possedevano il loro palazzo in cima all’abitato. Tale residenza fu abbellita da Giulio Castelli nel 1635; poi passò ai conti Chilichini di Arezzo, ai Fiorelli e Noceta di Terni. Nella chiesa risalente alla seconda meta’ del XVI sec un frammento di altare reca la seguente scritta: COMITIS RAIMVNDVS CASTELLVS EPISCPVS NARNIENSIS. Anche nel battistero lo stemma dei Castelli, come nella fontana e nel palazzo: tre torri merlate alla guelfa sormontate da un giglio.
Il paese è dominato da una superba rocca, con bastioni cilindrici e angolari, con un bel corpo di guardia. Il restauro ha reso fruibile la struttura adattando gli interni ad un “Museo dell’Appennino” meta di visita da parte delle scuole . Fu un punto strategico data la sua posizione a confine di territori bellicosi tra l’Umbria e il Regno di Napoli.