ORVIETO – Il vibrafono è uno strumento relativamente giovane, nato nel 1921 negli Stati Uniti. Ha avuto un momento aureo nella storia del jazz tra gli anni ’40 e i ’70, soprattutto ad opera di Lionel Hampton, del Modern Jazz Quartet, ma anche grazie a Milt Jackson che dello storico quartetto faceva parte e a Bobby Hutchinson. La tradizione del vibrafono nel jazz sta conoscendo in questi ultimi anni una nuova attenzione soprattutto grazie a jazzmen della nuova generazione come Joel Ross e Warren Wolf. Proprio loro questa sera al teatro Mancinelli renderanno omaggio a Milt Jackson e Bobby Hutchinson in una rilettura del loro intenso lavoro sia timbrico che compositivo nell’ambito della stessa formazione che ha reso omaggio ai Beatles di Abbey Road la sera precedente, vale a dire John Scofield in trio con Jay Anderson e Lewis Nash e la Umbria Jazz Orchestra e la Orchestra da camera di Perugia per gli arrangiamenti e la direzione del “solito” Gil Goldstein, prolifica mente creativa di progetti di ampio respiro, sinfonie moderne che allineano il jazz contemporaneo alla tradizione della musica classica e ne fanno la “colonna sonora del XX secolo”. Da non perdere c’è poi il quartetto “diabolico” di Paolo Fresu con l’ospite speciale Gianluca Petrella; il quartetto di Greta Panettieri con Max Ionata; il quartetto di Rosario Giuliani e Joe Locke (altro vibrafonista eccellente) che insieme festeggiano 20 anni di partnership, Dario Deidda e Roberto Gatto; il duo Antonello Salis e Simone Zanchini; il trio di Danilo Rea con l’omaggio a Mina, Massimo Moriconi in una doppia formazione, in duo con la voce di Emilia Zamuner e in trio con Nico Gori ed Ellade Bandini, e molto altro, compreso un set che include la performance di una tap dancer (Michela Marino Lerman).