ORVIETO – Pubblico delle grandi occasioni sabato 28 dicembre al teatro Mancinelli per il primo appuntamento di Umbria Jazz Winter: due set diversi per celebrare da un lato la migliore Mina, la cantante che più di ogni altra ha lasciato un segno nell’immaginario collettivo e una traccia nell’ambito della musica leggera italiana; dall’altro per rivisitare con la penna di Gil Goldstein, tra i maggiori ispiratori della Gil Evans Orchestra negli anni Novanta, i Beatles nel cinquantesimo dell’album che indicò l’inizio della fine del quartetto che aveva tracciato un nuovo corso alla musica pop, quell’Abbey Road in cui risiedono numerose motivazioni per essere diventato un album di culto in tutto il pianeta, compresa la sua copertina che ritrae i quattro attraversare la strada (Abbey Road, appunto), con Paul McCartney scalzo: enigmatica indicazione del fatto che i Beatles non sarebbero tornati indietro dall’idea di dividersi (i defunti nel Regno Unito vengono ancora oggi sepolti senza scarpe). A impreziosire le rilettura compiuta da Goldstein di uno dei “capolavori” dei Beatles che, tra l’altro, annette anche uno dei primi medley del pop nel b-side dell’album, John Scofield, tra i migliori chitarristi al mondo che ha contrassegnato il fraseggio della sua chitarra spesso incuneandosi nell’atonale, uscendo e rientrando nel filo del “discorso” senza mai scadere nello scontato. Partner della coraggiosa operazione beatlesiana in un’orchestrazione ampia che ha incluso l’Umbria Jazz Orchestra e l’Orchestra da camera di Perugia chiamate a donare un ampio respiro sinfonico ad Abbey Road, due tra i più titolati musicisti americani che hanno composto una sezione ritmica d’eccellenza: Lewis Nash alla batteria e Jay Anderson al contrabbasso. Prima dell’inizio del concerto con un raffinatissimo omaggio del trio di Rea a Mina con i partner abituali Massimo Moriconi e Alfredo Golino, il ricordo di Carlo Pagnotta e di tutto lo staff di Umbria Jazz rivolto a Mario Guidi, agente di alcuni dei più celebri musicisti italiani, come Stefano Bollani e Enrico Rava, e padre di Giovanni, tra i migliori pianisti europei della nuova generazione, che ha ceduto alle conseguenze di una grave malattia ed è morto venerdì all’ospedale di Foligno.