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Da sabato 28 a mercoledì 1° gennaio, Umbria Jazz Winter nel segno di Mina e dei Beatles

ORVIETO – Non si renderebbe merito al jazz italiano se – come le comunicazioni dei promotori invitano a fare – si riducesse Umbria Jazz Winter (dal 28 dicembre al 1° gennaio a Orvieto) nei due più importanti appuntamenti, sicuramente i più carichi di appeal popolare: l’omaggio a Mina e al suo vastissimo canzoniere a cura di Danilo Rea insieme a due tra i più assidui partner della più celebre e probabilmente più brava cantante italiana, Massimo Moriconi (basso elettrico) e Alfredo Golino (batteria). Non si avrebbe un quadro chiaro del festival invernale di Orvieto che offre, oltre all’incontro tra arte, cultura e storia in un solo luogo, anche l’opportunità di poter fruire della irripetibile atmosfera di una città in musica con oltre 150 musicisti attivi nei giorni del festival, se ci si limitasse a citare l’altro protagonista assoluto  di Ujw, quel John Scofiled oggi considerato tra i maggiori chitarristi al mondo che nel cinquantesimo dell’album Abbey Road renderà omaggio ai Beatles tramite una riprogettazione della musica del quartetto di Liverpool a cura di Gil Goldstein. In un’altra prospettiva del programma della ventisettesima edizione di Ujw appaiono evidenti anche due altre categorizzazioni:  una è sulla chitarra, ad opera del già citato Scofield, l’altra è sul vibrafono: tre per la precisione per un tributo a Milt Jackson e Bobby Hutcherson con Joel Ross giovane talento che si sta imponendo sulle scene americane del jazz, Warren Wolf e Joe Locke che gli orvietani ricordano qualche anno fa in compagnia di Cecil Taylor; più batteria (Greg Hutchinson) e contrabbasso (Joe Sanders). C’è poi una nutritissima schiera di italiani: a cominciare da Paolo Fresu con il suo Devil Quartet e in diversi momenti con Francesco Diodati (chitarra) come special guest; così come con Gianluca Petrella (trombone) special guest e in trio per un tributo a Chet Baker con Stefano Bagnoli (batteria). Lo stesso Francesco Diodati sarà a Orvieto in tre diversi progetti, con Rosario Giuliani in compagnia del vibrafono di Joe Locke, del basso di Dario Deidda e della batteria di Roberto Gatto; c’è inoltre in programma il duo Antonello Salis e Simone Zanchini rispettivamente alla fisarmonica e al pianoforte; Dino Rubino nella solo performance al pianoforte;  Giovanni Guidi anche lui in piano solo per mettere in luce tutto il suo talento; il quartetto di Greta Panettieri (jazz-singer di lontane origini musicali perugine con un lungo corso di esperienze negli Usa) con il sassofono di Max Ionata. E ancora Il R&B e il soul dei The New Orleans Mystics, il contrabbasso di Massimo Moriconi nella doppia versione del duo (con Emilia Zamuner) e del trio (con il clarinetto di Nico Gori e la batteria di Ellade Bandini); un Gospel di trenta elementi che proviene dalla Virginia; la pianista-cantante Diana De Rose in quartetto; la House Band & Jam Session con Piero Odorici, Daniele Scannapieco, Andrea Pozza, Paolo Benedettini e Anthony Pinciotti; il quintetto di Michael Supnick e gli immancabili Funk Off con la loro carica di energia funky. Da sottolineare che “The Beatles Project” fu presentato già lo scorso anno nell’edizione primaverile del festival a Terni. Ripensato, ulteriormente sviluppato e perfezionato da Goldstein, per molti anni braccio destro di Gil Evans, l’omaggio sarà a Orvieto, ancora con la Umbria Jazz Orchestra e l’Orchestra da Camera di Perugia ma con la novità di un chitarrista come Scofield. Ospiti speciali, Jay Anderson al contrabbasso e Lewis Nash alla batteria, ovvero una sezione ritmica stellare.
 

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