PERUGIA – Vigilia di Natale, tempo di attesa, di pacchi e pacchetti messi in bella mostra sotto l’albero scintillante, di forni caldi e profumi. Un giorno sospeso, che porta con sé la magia di qualcosa di bello che deve ancora accadere, da assaporare con lentezza ed un pizzico di pigrizia.
Nelle case di molti umbri inoltre, soprattutto dalle parti di Orvieto e dintorni, il giorno della vigilia è anche il tempo della preparazione di uno dei dolci più strani e singolari del centro Italia, sconosciuto ai più: la pasta dolce, una semplice pastasciutta ma condita con cacao, zucchero, spezie e frutta secca da consumarsi fredda.
Si tratta di un cibo antico, diffuso come dicevamo nelle zone dell’orvietano/tuderte ma anche a Viterbo e in tutta la Tuscia fino ad Arezzo e Grosseto. Data questa diffusione, in molti fanno risalire le origini di questa prelibatezza alla civiltà etrusco-romana, conservata poi nei ricettari monastici medievali e tramandata fino ad oggi di generazione in generazione dalle famiglie umbre, ognuna con i propri segreti. Addirittura c’è chi ritiene che la pasta dolce con le noci abbia una provenienza rituale e religiosa, poi aristocratica che dimostra l’origine dolce del nostro piatto nazionale.
La ricetta che mio nonno di Allerona, provincia di Terni, preparava tutte le vigilie, e che anche oggi viene scrupolosamente realizzata ogni anno, prevede come pasta di base i cosiddetti “nastri della regina” o reginelle, una pasta lunga e liscia dai bordi arricciati. Mentre si lessa la pasta si procede a preparare il condimento tritando grossolanamente mandorle, noci e nocciole, si unisce poi il cacao amaro, il cioccolato fondente grattugiato, un cucchiaio di zucchero di canna ed una spolverata di cannella. Si scola la pasta lasciando un po’ di liquido di cottura in modo da far amalgamare bene tutti gli ingredienti tra loro e si fa raffreddare, lasciando che il profumo di spezie e cioccolata invada tutta la cucina.
A questo punto non resta che aspettare e… Buona vigilia!