PERUGIA – Dal 2011, anno di inizio della guerra civile in Siria che ha fatto registrare un’immonda escalation di violenze di ogni tipo, non bastano i circa 500 mila morti per sancire la sanguinosità di questo conflitto interno, sebbene ormai esteso a buona parte dell’area mediorientale dove più di quattro milioni di sfollati stanno cercando rifugio. Al massacro delle morti con una percentuale di civili che si aggira attorno al 35 per cento sul totale delle vittime, vanno aggiunti anche i circa 200 mila mutilati che la guerra ha prodotto. I costi sociali che vanno sommati alle devastazioni di intere aree di pregio storico-artistico e architettonico, sono dunque altissimi anche perché rispondono ad una strategia di guerra ben precisa e ormai consolidata nella storia dei conflitti contemporanei che oltre alla morte del nemico, cerca di infliggere pesantissime conseguenze anche economico-finanziarie producendo un elevato numero di persone rese inabili dalle armi e dalle bombe a qualsiasi funzione sociale e civile. Persone che purtroppo finiscono per gravare in termini sociali sull’intera comunità. Una strategia disumana che viene perseguita dalla parti in guerra che determina un indebolimento delle condizioni di salute della popolazione e che va immediatamente affrontata per alleviarne la gravità. Lungi dall’essere risolto, il conflitto interno alla Siria che vede schierata da un lato la maggioranza sunnita (circa il 75% della popolazione) con inclinazioni al fondamentalismo islamico e dall’altra dalle minoranze confessionali tra cui gli alawiti aderenti al credo sciita rappresentati anche dal presidente Assad, subisce le influenze di uno scacchiere internazionale che in questi sette anni si è andato formando decidendo direttamente sulla cruenza della guerra. Eterodiretti in ambito Onu da Stati Uniti, Francia e Regno Unito in sostegno ai sunniti con l’appoggio di Turchia, Arabia Saudita e Qatar e di contro da Cina e Russia in ambito Onu, che aspirano ad un controllo dell’area mediorientale e delle relative riserve petrolifere, i siriani continuano nella loro lotta fratricida che si è generata l’indomani delle primavere arabe sino alla creazione del fronte anti-governativo sospinto prima dai Fratelli musulmani e quindi dall’Isis.
Ad alleviare la drammatica situazione dei civili ridotti ormai allo strenuo delle forze, sono via via intervenute varie agenzie internazionali come l’Unocha delle Nazioni Unite, ma molte altre iniziative in questi anni stanno cercando di apportare un aiuto concreto alla popolazione. Anche l’Umbria con un’associazione che riunisce 16 Comuni regionali, è impegnata nel contribuire a sostenere la popolazione siriana. Con il progetto “Salute, Inclusione e Partecipazione. Sviluppo delle competenze per la promozione della salute e dell’inclusione delle persone con disabilità e supporto al recupero socio-economico in Siria”, l’associazione umbra Felcos promuove in Siria in collaborazione con il programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp), il miglioramento della salute, l’autonomia, la qualità della vita e l’inclusione delle persone con disabilità e agevola e sostiene la ripresa economica e l’offerta turistica del paese sconvolto dalla guerra. Accanto al rafforzamento delle capacità del sistema di salute e sociale siriano nel fornire servizi e dare risposte assistenziali, riabilitative e sociali alle persone con disabilità, il progetto prevede anche una importante componente di lavoro sui temi dello sviluppo economico, con particolare riferimento alla valorizzazione del patrimonio locale, al potenziamento delle filiere legate all’olivicoltura e all’apicoltura, alla rivalutazione del turismo rurale e dell’agricoltura sociale e biologica. Proprio in questi giorni è stato firmato l’accordo quadro in materia di cooperazione alla sviluppo in ambito sanitario, che è stato stipulato tra Felcos Umbria e la Usl Umbria 2. Il progetto, come detto, interviene su due aree tematiche: salute, inclusione, partecipazione e benessere bio-psico-sociale delle persone con disabilità e sviluppo economico locale. Si ispira alla visione dell’Icf (Classificazione Internazionale della salute e della disabilità) che inquadra la disabilità come la risultante tra una particolare condizione di salute in un contesto sfavorevole. Il quadro di riferimento dell’iniziativa è multiplo e parte dalla Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006, che impegna tutti gli stati membri a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione alla società delle persone con disabilità. Le priorità elencate nella Convenzione, sono state riaffermate nei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (2015), che lega le dimensioni “disabilità e sviluppo” e propone di “non lasciare nessuno indietro”, in una sfida per cui la salute per tutti, l’uguaglianza e uno sviluppo economico duraturo e inclusivo rappresentano pilastri fondamentali per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile. Anche il Global Disability Action Plan 2014-2021: Better health for all people with disabilities – adottato dagli Stati membri dell’Oms – invita a rimuovere gli ostacoli e a migliorare l’accesso ai servizi e ai programmi sanitari, a rafforzare ed estendere la riabilitazione, a garantire le tecnologie assistive, i servizi di supporto, la riabilitazione basata sulla comunità e lo sviluppo di adeguate politiche pubbliche. Nell’ambito delle attività formative e di assistenza tecnica l’iniziativa, si svolge con il supporto e la partecipazione di numerosi soggetti istituzionali, sociali, associativi e di professionisti della Regione Umbria e italiani. I beneficiari diretti delle formazioni sono circa 220 tecnici, professionisti, funzionari e decisori, individuati in stretto coordinamento con i ministeri chiave a livello nazionale (in particolare con i ministeri della Sanità e delle Politiche Sociali e del Lavoro) e gli altri attori coinvolti a seconda del tipo di formazione ed area tematica. Tutti i soggetti beneficiari delle formazioni sono operatori impegnati in prima linea nelle rispettive aree tematiche. Per raggiungere gli obiettivi del progetto sono organizzate a Damasco differenti attività formative e di assistenza tecnica, rivolte a tecnici, professionisti, funzionari e decisori siriani, su numerosi ambiti specifici come le tecnologie assistive, l’assistenza protesica, la riabilitazione, la progettazione universale accessibile, il sostegno bio-psico-sociale e la creazione di reti di servizi, la vita indipendente, lo sport paraolimpico, la valorizzazione e il marketing del territorio, le filiere agricole, l’agricoltura sociale e il turismo sostenibile. Le attività sono le seguenti:
1° Area tematica — Salute, inclusione, partecipazione e benessere bio-psico-sociale delle persone con disabilità In questa area sono progettati e realizzati 12 corsi di formazione a Damasco, rivolti a 220 beneficiari diretti, per un totale di 60 giorni di formazione, 360 ore di attività didattica, attraverso 25 formatori di alto livello umbri e italiani. I corsi di formazione sono:
- Corso avanzato sugli ausili per la mobilità e la postura, per sviluppare le competenze del personale sanitario riabilitativo necessarie alla valutazione, scelta e personalizzazione delle carrozzine e dei sistemi di postura.
- Corso sui sistemi di assistenza protesica, per sviluppare le capacità dei funzionari dei ministeri interessati alla creazione e gestione di sistemi di assistenza protesica per le persone con disabilità.
- Corso sulla riabilitazione delle persone con lesione midollare, per rafforzare le capacità del personale, medico, fisioterapico e infermieristico dell’Unità Spinale di Damasco.
- Corso su terapia occupazionale e ortesi, per accrescere le competenze relative alla terapia occupazionale e, in particolare, alla realizzazione di ortesi.
- Corso sulla disfagia, per migliorare le capacità di valutazione e d’intervento del personale sanitario per le persone che soffrono di disfagia.
- Corso sul supporto bio-psico-sociale, per accrescere le capacità degli operatori sociali siriani di pianificare interventi di supporto e superamento del trauma psico-sociale legato al conflitto, introdurre il concetto di vita indipendente e creare reti e servizi di comunità.
- Corso su accessibilità e progettazione universale, rivolto ai progettisti pubblici siriani, per promuovere e sviluppare un approccio progettuale e la cultura dell’Universal design relativa agli spazi urbani, strutture pubbliche, edifici.
- Corsi sullo Sport per persone con disabilità, per rafforzare e sviluppare le capacità degli allenatori delle discipline paraolimpiche saranno realizzati 4 corsi specifici, quali il Tennis tavolo, il Sitting volley, il Badminton e la Danza in carrozzina.