PERUGIA – Cos’è un uomo? Cos’è una bestia? Vinicio Capossela lo racconta nelle sue “Ballate per uomini e bestie” tracciando un confine a volte netto e sempre più spesso labile. L’essere umano divorato, annullato, mischiato al creato e alla natura. L’uomo tenta di dominare, ma in realtà ci prova e basta, e semplicemente ne fa parte. Maiale, giraffa, gallo, orso, cane, gatto, lumaca, capro… espiatorio cuciono i ricami, intervallati da poesie, che si avvolgono magicamente in un incanto dai toni concreti e mistici. Interessante il racconto degli animali che abitano gli abissi marini, in cui “Le sirene” sono affiancate da un popolo ribelle di sardine, sempre più necessarie per rimettere in ordine gli equilibri socio-politici marittimi e non.
Il Teatro Morlacchi, pieno zeppo, ha respirato all’unisono nell’atmosfera che Vinicio Capossela, accompagnato da altri sei elementi, ha saputo creare. Sì, perché il coinvolgimento c’è stato, nel viaggio che ha condotto il pubblico dal bestiario medievale ai Santi che ci appartengono: San Francesco con “Perfetta Letizia”, San Vito infuocato e tinto di Sud, San Nicola, che “Si è stancato di fare regali lasciando il posto a Babbo Natale”. Alternate alle nuove canzoni anche le immancabili “Ovunque Proteggi”, “Ultimo Amore”. Nel riferimento al significato più profondo e metaforico di “desiderio”, mancanza di stelle, e dunque la ricerca di ciò che è più in alto e ci guida, Vinicio Capossela ricorda Sergio Piazzoli, astro ancora splendente nei ricordi dei cittadini che lo hanno conosciuto per le sue doti organizzative, umane e artistiche. E un saluto affettuoso parte dal palco alla compagna Patrizia Marcagnani e all’équipe dell’Associazione Moon in June che porta avanti proposte artistiche di spessore.
E il tempo? Dopo tre ore di concerto tutto si è concluso a rallentatore. Vinicio Capossela ha ricordato che la lumaca ci insegna che: “Non siamo quello che abbiamo ma la scia che lasciamo”.