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Isabella Rossellini e il suo circo semi perfetto

SOLOMEOEsci dalla prima nazionale di “Link link Circus” ospitata al teatro Brunello Cucinelli di Solomeo e senti che ti ha lasciato una tenerezza di fondo. Una sorta di vicinanza con chi ci sta attorno. Se non proprio una nuova consapevolezza, comunque stimoli per certi versi inattesi a osservare ancora più attentamente il nostro microcosmo animale; soprattutto quello che già ci sembrava acquisito. Anche perché il modo di dirlo non solo ha la gentilezza innata di un’attrice che sa dialogare con il pubblico, ma aggiunge alcune accortezze recitative proprie. Saranno i natali illustri.
Difficile, certo, disegnare il cerchio  perfetto.  Dubbi, legittimi, sorgono persino nel caso di Giotto e dalla sua mitica “O”. Lo spettacolo di Isabella Rossellini che dal cerchio dell’anello di Re Salomone dell’etologo austriaco Konrad Lorenz è stato ispirato, a quella perfezione si accosta parecchio, non raggiungendola  appieno. Non sappiamo se l’obiettivo fortemente avvicinato ma non centrato sia voluto, premeditato o lucidamente messo in conto. A nostro avviso tutto è rischiosamente avvenuto nel momento stesso in cui Isabella Rossellini ha deciso di abbinare alla innata passione per gli animali di quando era bambina,  gli approfonditi studi universitari compiuti in età matura in etologia per metterli tutti, poi, all’interno della pedana di un circo. Per definizione, quest’ultimo, ha sì la forma circolare coerente con l’obiettivo di partenza ma non risponde alle logiche stringenti che pretende la trattazione scientifica in un contesto che è, invece, forzatamente ludico per definizione. Fatto è che, inevitabilmente, l’impianto dello spettacolo manifesta registri narrativi talvolta contrastanti. Da comprendere, poi, meglio il ruolo dei travestimenti della cagnolina. Rossellini considera Pan un’attrice alla sua stregua che dunque entra in scena per raccogliere le simpatie di un pubblico che però, sempre meno, crede all’impiego degli animali sul palco, circo immaginario compreso. E sei travestimenti, francamente, sono troppi e poco aggiungono.
Pienamente azzeccati, invece, gli inserti visivi con filmati tratti dalla fortunatissima serie televisivo-divulgativa che vedeva la Rossellini protagonista di “Green Porno” che introducevano con grande sensibilità al sesso animale, poeticamente e scientificamente in contrasto con quello animalesco.
Così come pieni di suggestione sono le immagini dei suoi intimi ricordi di famiglia.  Apprezzabilissime e significative le confidenze sui dubbi che attanagliano lei, e noi, sul rapporto che abbiamo con gli animali e il nostro passato prima biologico, poi antropologico e infine filosofico.
Qui sta il succo di Link link Circus: un modo di pensare a come siamo, a cosa siamo diventati e come ci siamo arrivati. Soprattutto ci ha ricordato di essere una specie tra le specie, con prerogative proprie, ma tutt’altro che esclusive. E, per di più, dall’evoluzione discutibile.

Isabella Rossellini durante la conferenza stampa di presentazione del suo spettacolo della prima nazionale di Link link Circus all’Accademia neo umanistica di Cucinelli a Solomeo assieme a Nino Marino, direttore del Teatro Stabile dell’Umbria (Foto gentilmente concesse da Giancarlo Belfiore)







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