UMBERTIDE – Cento anni, ma non li dimostra. L’iniziativa di celebrare il centenario della scuola elementare Garibaldi per iniziativa della Direzione Didattica del I° Circolo di Umbertide, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale, è stata per tanti cittadini una piacevolissima occasione per calpestare, dopo molti anni, i corridoi di uno degli edifici più rappresentativi che connotano l’immagine della città.
Una nutrita serie di eventi hanno acceso i riflettori – non solo in senso metaforico – su un’istituzione che ha rappresentato un punto di riferimento costante per la città e che ha contribuito alla formazione di tante generazioni di giovani. Ciò che colpisce e che certamente ha rappresentato la chiave del successo dell’operazione, è stata l’adesione e l’apporto generoso e disinteressato di tante persone, operatori del commercio, aziende locali, associazioni che si sono adoperate per animare gli eventi mettendo in mostra un attaccamento assai raro considerati i tempi. Le celebrazioni, iniziate il 15 novembre con l’accensione dell’impianto luminoso istallato per l’occasione e l’inaugurazione della mostra fotografica, si concluderanno nelle giornate del 5 dicembre quando si terrà una interessante conferenza che racconterà la storia dell’edificio e in quella del 20 dicembre di chiusura con i laboratori realizzati dagli studenti del circolo.
Nella giornata del 29 novembre, è stata la volta dell’allestimento e della riapertura di un ampio spazio teatrale, nato con il progetto originale, che ha visto la partecipazione di cittadini, genitori, alunni ed insegnanti assistere ad uno spettacolo musicale accompagnato dalla degustazione di cibi e bevande.
Ma, oltre all’intera comunità di Umbertide, che si è stretta come raramente accade attorno alla sua istituzione, il principale protagonista degli eventi è stato proprio l’edificio: “l’Architettura – era solito affermare un grande Maestro come Mario Ridolfi – è una bella donna”. E le belle donne non temono l’ingiuria del tempo, anzi, non di rado migliorano con gli anni. La costruzione della scuola iniziò nel 1914, nel pieno della Grande Guerra, e fu ultimata nel 1917. Durante il conflitto fu adibita ad ospedale militare per essere restituita al proprio uso nel 1919. Il suo progettista fu l’architetto Osvaldo Armanni, allievo di Guglielmo Calderini all‘Accademia di belle arti di Perugia, laureato a Roma fu docente di disegno ed ornato e firmò importantissimi edifici nella capitale come il Tempio Israelitico di Roma, il Convitto Nazionale di Assisi oltreché numerosi edifici postali in numerose città italiane. L’edificio, oltre all’uso scolastico, ha mantenuto pressoché intatta la sua impostazione tipologica iniziale; molti componenti come gli infissi e i pavimenti sono in gran parte quelli originali; inoltre, non ha praticamente subito danni in conseguenza dei vari eventi sismici dimostrando come, ancor più e ancor meglio dello scrupoloso rispetto delle normative tecniche più e più volte cambiate nel tempo, la sua costruzione a regola d’arte è ciò che conta facendo sì che l’opera risulti meritevole di essere tutelata e gelosamente conservata. Oscar Niemeyer, il grande architetto brasiliano, era solito ricordare che ci sono opere del passato che sopravvivono anche quando cambiano la loro funzione. Ciò accade perché ciò che è rimasto non è l’utilità che avevano all’epoca della loro costruzione, ma è la bellezza che esprimono. E la bellezza e la poesia possono sopravvivere all’ingiuria del tempo. Altri cento anni – possiamo esserne certi – renderanno la scuola Garibaldi ancor più bella e seducente.
Diego Zurli