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“Quattromani”, quando l’arte è confronto pittorico: Marco Tamburro in mostra con altri rinomati artisti

Marco Tamburro

PERUGIA – La convivenza fra artisti è qualcosa difficile da raggiungere. Nelle semplici collaborazioni più facile, ma se poi le mani sono messe nella stessa tela diventa, forse, quasi impossibile. Nell’originale mostra dal titolo “Quattromani” sono quindi due gli artisti che uniscono, quasi magicamente, il loro lavoro in ogni opera. Fino al 1 dicembre 2019, al Museo civico di Palazzo della Penna a Perugia, si tiene la mostra curata da Carlo Vignapiano caratterizzata da un confronto pittorico fra l’artista Marco Tamburro e rinomati autori internazionali: Evita Andujar, Massimo Attardi, Mauro Bellucci, Marco Bettini, Enzo Casale, Fabio Giampietro, Eliza Lai, Emilio Leofreddi, Salvo Ligama, Kristina Milakovic, Mauro Molle, Benedetta Montini, Alberto Parres, Anton Perich, Andrea Pinchi, Tanaka Riku, Ramirez Gonzalez Geisel Roberto, Mario Sughi e Antonio Tamburro.

L’esposizione collettiva, nata dalla collaborazione fra l’Associazione culturale Identità Perugia e il Comune di Perugia, si pone l’obiettivo di restituire la complessità del contemporaneo attraverso la pluralità dei diversi linguaggi messi a confronto. Un moderno ricettacolo di intuizioni e stimoli nel quale caricare l’urgenza espressiva di ogni autore in un più articolato percorso di effettiva convivenza creativa. Una mostra che ridefinisce il concetto di “opera” in un’inaspettata, quanto necessaria, rivoluzione delle dinamiche compositive, suggerendo uno spazio pittorico unico di convivenza fra artisti. Ogni tela diventa quindi un luogo di incontro tra contenuto e forma con il fine di costruire nuove e originali architetture pittoriche. Un progetto pensato non solo come fondamentale tracciato delle conquiste artistiche fino ad oggi raggiunte, ma come immersivo viaggio tra le profonde coscienze assorbite dall’arte.
Tamburro è ritornato così a Perugia, sua città natale (dopo Milano ora vive e lavora a Roma), per presentare una “quattromani” molto particolare e d’effetto. In un’epoca in cui ci si interroga dove la forma artistica stia andando, Tamburro ha voluto coinvolgere altri artisti per tradurre questa carica espressiva in una esperienza collettiva. Massima libertà di stili, con i quali ognuno ha mantenuto la propria ricerca iniziando le varie opere. Su questa si è inserito poi Tamburro completando l’opera per un incastro che ha cercato di mantenere un equilibrio. “Ho detto agli artisti di essere liberi cercando un coinvolgimento emotivo per uscire dalle proprie paure e dai recinti in cui siamo ingabbiati per confrontarsi e liberarsi” spiega Tamburro.

“L’idea – sottolinea il curatore – è stata quella di trovare un via nuova per costruire una mappatura dell’ambiente contemporaneo e così Marco ha chiesto agli altri di collaborare, con il contenuto delle varie opere che è legato quindi all’esperienza che i due artisti hanno vissuto insieme”.

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