Cerca
Close this search box.

Al cinema Méliès il capolavoro di Wim Wenders "Il Cielo sopra Berlino"

PERUGIA – Al cinema Méliès martedì 19 novembre secondo giorno dei tre previsti con la programmazione del film di Wim Wenders “Il Cielo sopra Berlino”. In occasione del 30° anniversario dalla caduta del muro di Berlino torna al cinema il film di Wenders nella versione restaurata 4k per la prima volta sugli schermi italiani.
Il capolavoro ispirato alle poesie di Rainer Maria Rilke ed interpretato da Bruno Ganz e Peter Falk è stato girato tra l’autunno e l’inverno del 1986/1987 e presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes del 1987.
Il restauro digitale del film è stato realizzato nel 2017. Gran parte del film fu girato su negativo bianco e nero e parte – come tutto il finale – su negativo colore. Per questo motivo i due negativi sono stati trattati separatamente in fase di sviluppo e stampa e sottoposti a un complesso procedimento di duplicazione prima di arrivare a un negativo colore combinato contenente sia le sequenze in bianco e nero che quelle a colori.
Fino ad oggi non è mai stato possibile proiettare il film nella sua massima qualità. Il restauro ha comportato la scansione alla risoluzione 4K dei negativi originali bianco e nero e colore, poi sottoposti a pulizia digitale e alla correzione delle luci. Tutti gli effetti ottici e le dissolvenze del film sono stati ricostruiti digitalmente, fotogramma per fotogramma, riportandoli alla qualità del negativo originale. Il montaggio originale del film non è stato alterato in alcun modo.
Il suono, originariamente mixato in Dolby Stereo, è stato restaurato a partire dai magnetici originali ed adattato con estrema cura all’odierno sistema sonoro cinematografico 5.1.
Tutti gli interventi di restauro delle immagini sono stati realizzati nei laboratori della Arri Media mentre il restauro della colonna sonora è stato realizzato presso la Basis Berlin Postproduktion, a Berlino.
Digitalizzazione, restauro & re-mastering commissionato dalla Wim Wenders Foundation sotto la supervisione di Donata e Wim Wenders.
Il Cielo sopra Berlino 
di Wim Wenders
Con Bruno Ganz, Peter Falk, Solveig Dommartin, Otto Sander, Didier Flamand, Curt Bois.
Titolo originale Der Himmel uber Berlin. Drammatico, Fantasy (colore). Durata 130 minuti (Germania 1987)
Martedì 19 novembre – spettacolo unico ore 21,15
Mercoledì 20 novembre – spettacolo unico ore 21,15 – Vost (Versione Originale Sottotitolata in Italiano)
Prima del film, videopresentazione realizzata da Wim Wenders.
Nel cielo grigio sopra Berlino, nelle sue vie e nei suoi edifici si aggirano innumerevoli angeli non visibili agli adulti ma individuati dai bambini. Essi possono sentire i pensieri di ognuno e cercare, mettendosi loro accanto, di lenire i dolori dei più sofferenti. Due di loro, Damiel e Cassiel, si ritrovano periodicamente per raccontarsi le reciproche esperienze.
Damiel è quello a cui pesa maggiormente la propria condizione: vorrebbe poter diventare uomo per percepire il senso della materia e della quotidianità. Grazie a una trapezista e a un attore riuscirà a prendere una decisione fondamentale.
Wenders, rientrato in Europa dopo la doppia esperienza americana di Hammett e di Paris, Texas, va alla ricerca delle proprie radici culturali e sceglie, lui originario di Düsseldorf e ammiratore di Colonia, quella Berlino che lo ha visto, diplomando alla scuola di cinema di Monaco, esordire nel lungometraggio.
La città, con la sua tormentata storia, con i suoi monumenti, è la coprotagonista di uno dei migliori film in assoluto dell’intera filmografia wendersiana.
Ispirato da Rilke e con l’assolutamente importante collaborazione di Peter Handke, Wenders ci propone una riflessione sull’esistere che si fa cinema, pensiero e azione.
Cinema innanzitutto e fin dalle primissime immagini con l’angelo Bruno Ganz che viene visto dai bambini in un affascinante bianco e nero. Quell’angelo è un ‘collega’ degli ‘angeli’ registi che Wim sente vegliare su di lui: Truffaut, Ozu e Tarkovskij a cui dedica il film alla fine. Ma è anche colui che sente il bisogno di superare la fase di ‘ascolto’ della vita per immergervisi completamente. Non basta osservare la realtà e condividerne, anche se sempre con distacco, i sogni e le disillusioni.
Bisogna entrarvi con il peso della passione e del dolore. Non a caso ad aprire questa dimensione a Damiel sono due persone che hanno fatto della ‘rappresentazione’ la loro vita: la trapezista Marion e l’attore Peter Falk.
Grazie a loro il bianco e nero può diventare colore e l’angelo, che osservava dall’alto del campanile simbolo della Berlino devastata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, può ora, come dicono gli inglesi, “to fall in love” “cadere in amore”. Perdendo l’eternità ma acquisendo la fondamentale dimensione umana.

Articoli correlati

Commenti