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Si chiude a Terni la mostra d'arte "Livio Orazio Valentini esploratore del tempo e del mondo"

TERNI – Si chiude il 3 novembre la mostra al Clt di via Muratori, la mostra “Livio Orazio Valentini esploratore del tempo e del mondo, prodromo del centenario della  nascita”,   a cura di Massimo Duranti e Andrea Baffoni. La mostra è nata dall’esigenza di ricordare la figura umana ed artistica di Livio Orazio Valentini in previsione del centenario della nascita (1920-2020), artista certamente significativo non solo per l’Umbria, ma per la sua proiezione a livello nazionale ed internazionale, avendo realizzato una produzione molto elevata che è stata diffusa in tutta Europa e negli Stati Uniti d’America. La sua caratteristica è stata quella di una grande versatilità linguistica attraverso la pittura, ma anche le ceramica e la scultura, senza dimenticare la raffinata grafica. Questa trasversalità si è riflessa anche nella sua produzione, che annovera opere molto impegnative, tra pubblico e privato.
La mostra si è sviluppata in due sedi: San Gemini, Palazzo Vecchio; Terni, Clt, Circolo Lavoratori Terni. Ha esplorato quindi la breve stagione post cubista, e poi le più corpose esperienze informali, quando il suo linguaggio si avvicina alle formule del Gruppo di Spoleto che con l’informale si stava evidenziando a livello nazionale, con numerose opere inedite. Poi le successive stagioni “astratte”, delle “Germinazioni”, degli “Uccelli” e del “Quaternario”.
La mostra, articolata, nelle due sedi, ha previsto l’esposizione delle opere pittoriche e scultoree a San Gemini, Palazzo Vecchio, mentre a Terni, Clt, si è sviluppata l’ampia e non secondaria parabola delle opere su carta e della grafica seriale.
In tutto sono state sessantotto le opere esposte, prevalentemente prestate dalla famiglia, ma anche con l’apporto di alcuni prestatori.
Da sottolineare a San Gemini una grande opera dedicata al ciclo del Signorelli, opera inedita e mai esposta. Ma anche la presenza dei grandi dipinti polimaterici, oltre che delle affascinanti formelle della serie Fuga dal Quaternario.
Complessivamente la rassegna ha presentato in piccolo l’intera produzione e quindi può considerarsi una vera e propria piccola antologica in attesa del più grande evento in previsione ad Orvieto nel 2020.
 
Livio Orazio Valentini nasce a San Venanzo (Terni), il 24 dicembre 1920. Nel 1922 si trasferisce a Orvieto con la famiglia. Ventenne, nel 1940, è chiamato soldato di leva in Sicilia, successivamente destinato per la campagna di guerra in Grecia e poi in Albania. Nel 1943 viene deportato presso il campo di concentramento di Buchenwald, in Germania, dove rimane fino al 1945. L’esperienza della prigionia spinge Valentini ad intraprendere l’attività artistica, nella quale esprimerà costantemente una poetica di denuncia contro la violenza e un’attenzione ai temi dell’ambiente. Da autodidatta inizia a frequentare scuole serali artistico-artigianali intrattenendo i primi contatti con artisti umbri. Nel 1947 partecipa al Premio nazionale Città di Orvieto che rappresenta la sua prima esperienza espositiva, mentre nel 1950 è al Premio nazionale Accademia dei Filedoni. Dal 1970 al 1979 insegna disegno dal vero presso l’Istituto d’Arte di Orvieto alla cui fondazione aveva contribuito. Nel 1971 prende parte ad un ciclo di interventi di ricerca all’Università di Parma sui significati dell’espressione. Nel 1975 espone a Sines, in Portogallo, a Lisbona e ad Oporto. Più tardi, nel 1979, si reca a Berlino dove sosta davanti al muro stringendo amicizia con gli ingegneri Lipa e Serge Goldstein. L’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia lo nomina Accademico di merito nel 1980 e due anni dopo si reca in in Georgia (Usa) su invito dello storico d’arte Alan Graham Collier, per stabilire un rapporto fra artisti italiani ed americani. Nel 1983 realizza il monumento al Terzo Reggimento Granatieri, ubicato in piazza Cahen ad Orvieto. Nel 2012 in occasione della mostra: Luca Signorelli. de Ingegno et spirto pelegrino, viene presentata nella chiesa dei Santi Apostoli ad Orvieto una significativa rassegna di dipinti di Fabrizio Clerici (1913-1993) e di Livio Orazio Valentini (1920-2008) entrambi ispirati all’opera del grande maestro rinascimentale. Nel 2018 l’università del South Carolina pubblica un’importante monografia su Valentini celebrando il profondo legame che l’artista, in vita, aveva stretto con tale istituzione.

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