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Domani Festa della Santissima Croce a Monterivoso

FERENTILLO – Martedì dopo Pasqua ossia domani, 22 aprile alle ore 17, si svolgerà nella Chiesa di Sant’ Antonio abate la festa della Santissima Croce con la Solenne Messa. Una ricorrenza che si tramanda dalla notte dei tempi, alla quale le genti dell’ antico Castelrivoso – Monterivoso sono devotissime. Qui, al mattino presto, al suono delle campane, la piccola frazione adagiata lungo le sponde del fosso di Riti festeggia l’ avvenuta Pasqua esaltando il patibolo dove il figlio di Dio ha redento il suo popolo.
Vale la pena partecipare per ammirare anche questa Chiesa che  è un vero scrigno d’arte: dipinti su tela, affreschi e suppellettili. Il panorama è unico, sovrastata dalla torre quadrata altomedievale. L’altare della famiglia Mancinelli è un lascito che rimonta ai primi del XVII. Situato sul lato sinistro di chi entra all’edificio. A tutt’oggi è custodito dalla famiglia di Filippo Mancinelli. Tra stucchi e decorazioni classiche la pala di altare è un dipinto su tela e risale alla seconda metà del XVIII secolo raffigurante la Madonna di Loreto con i  Santi Francesco e Stefano.
Autore dell’opera è Nicola De Amicis appartenente ad una cerchia di artisti marchigiani di raffinata e comprovata bravura. La tela si mostra in bella vista,  in primo piano San Francesco e Santo Stefano; al centro su un ripiano, di finto  altare la Madonna di Loreto con ai lati angeli oranti che sorreggono ceri. Sia San Francesco che il protomartire sono inginocchiati e portano  le mani al petto; in basso, a terra, vicino a Santo Stefano, sono dipinte tre pietre simbolo del martirio. Il francescano individuato come un San Francesco, in realtà potrebbe essere il Venerabile Francesco Romanelli da Precetto. La simbologia raffigurata mostra un francescano assai anziano (capelli e barba lunga e incolta) e in terra il bastone. Elementi comuni che individuano probabilmente il frate ferentillese. Sotto la Madonna, un cartiglio con la scritta della commissione Angelo Mancinelli e l’ utore del dipinto Nicolao de Amicis maceratense 1722; autore che firma nello stesso anno anche lo stendardo bifacciale presso la chiesa di Santo Stefano a Precetto commissionato dal camerario Sante Pescetelli. Quindi il De Amicis realizzò in quel periodo di soggiorno ferentillese i due dipinti con soggetti estratti dalla devozione popolare. Agnerillo Mancinelli commissiona all’artista l’opera essendo anche i suoi avi originari delle Marche. Sia il dipinto a Sant Antonio di Monterivoso che l’altro dello stendardo a Santo Stefano di Precetto risentono lo stile (linee, colore, volumi e resa) settecentesco di altri lavori resi su tela presenti in altre chiese del territorio umbro e Valnerina al confine tra Abruzzo, alto Lazio e Marche. Influenze che vedono lo stile inconfondibile della prolungata stagione marattesca.
Altro dipinto interessante e la tavola con lunetta e predella dell orazione nel Getsemani di Francesco Nardini di Sant’ Angelo in vado della seconda metà del XVI secolo. Ma tutti gli altari laterali  presentano tele del XVII/XVIII secolo di grande valore artistico e devozionale. Così anche l’ affresco raffigurante Adamo ed Eva,  l’organo di recente restaurato, e gli affreschi nel presbiterio del XVII secolo.

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