Pasqua, Pasquetta, ponte del 25 aprile, Primo Maggio. Preludio a quelle che saranno le vacanze estive. Ovvero del flusso turistico che arriverà in Umbria. Ma, questo flusso, dove si dirige esattamente all’interno del Cuore Verde? Recentemente l’Agenzia Umbria Ricerche ha pubblicato un interessante dossier diviso per macro aree a cura di Giuseppe Coco che ci aiuta a capirlo. E a trarne le opportune riflessioni.
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Le rotte del turismo umbro: le dinamiche dei comprensori
di Giuseppe Coco
Il presente Focus analizza l’evoluzione recente del turismo nei comprensori umbri concentrandosi su quattro anni chiave: il 2019, ultimo anno pre-pandemico e riferimento imprescindibile per le comparazioni; il 2022, segnato da una ripresa ancora instabile; il 2023 e il 2024, in cui emergono segnali più definiti di consolidamento o ridefinizione delle traiettorie di sviluppo del turismo regionale. Il biennio 2020-2021 è stato escluso dall’analisi per la sua eccezionalità, poiché le restrizioni alla mobilità hanno alterato profondamente i trend del settore.
I comprensori turistici umbri: tendenze e specificità
L’analisi dell’evoluzione del turismo nei diversi comprensori umbri nel periodo in esame rivela eterogeneità nei processi di ripresa, evidenziando traiettorie differenziate in funzione di variabili strutturali e contingenti. Alcuni territori si sono affermati come nodi di attrattività consolidata, dimostrando una capacità di adattamento particolarmente efficace nell’intercettare e capitalizzare le dinamiche favorevoli della fase post-pandemica. Altri hanno incontrato ostacoli più rilevanti nel ripristino dei livelli di domanda pregressi, una condizione che può essere ricondotta sia alla natura della loro offerta – potenzialmente meno flessibile nel rispondere a mutamenti del comportamento turistico – sia alla loro dipendenza da segmenti di mercato maggiormente vulnerabili a shock esogeni, come il turismo internazionale o quello legato ai grandi eventi. Di seguito, si propone un’analisi sistematica delle tendenze emergenti nei singoli comprensori.
Assisano – L’analisi delle dinamiche delle presenze turistiche nel comprensorio assisano nel periodo 2019-2024 evidenzia una traiettoria di crescita costante, con un’accelerazione significativa tra il 2022 e il 2023. Questo trend può essere interpretato alla luce della capacità del territorio di mantenere un elevato livello di attrattività, in larga misura ancorata al turismo religioso e culturale. In particolare, Assisi, epicentro simbolico e materiale di questa forma di mobilità, ha preservato il suo status di polo attrattivo anche nei periodi di maggiore incertezza, dimostrando una resilienza strutturale derivante dalla centralità della Basilica di San Francesco e dall’ampio patrimonio storico-artistico della città. Con la ripresa dei flussi turistici globali, il 2024 ha segnato un’ulteriore espansione delle presenze, consolidando il comprensorio come un caso esemplare di stabilità e crescita nel settore.
Valnerina – L’evoluzione del turismo nella Valnerina nel periodo post-pandemico riflette una dinamica di contrazione e successivo rimbalzo, con una marcata ripresa tra il 2023 e il 2024. Dopo un iniziale decremento degli arrivi nel 2022 rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019, il comprensorio ha registrato un’accelerazione significativa, riconfigurandosi come una destinazione emergente nel panorama del turismo esperienziale e naturalistico. La morfologia appenninica e il patrimonio paesaggistico della Valnerina hanno rappresentato asset strategici nel contesto di una domanda crescente per forme di turismo outdoor, sostenibile e immersivo. Pratiche ricreative quali il trekking sui Monti Sibillini, il rafting lungo il fiume Nera e gli itinerari nei parchi naturali hanno favorito un ampliamento della base turistica, intercettando segmenti in cerca di esperienze ecocompatibili e a contatto con la natura. La traiettoria di crescita costante osservata nel biennio più recente suggerisce un rafforzamento della competitività territoriale, posizionando la Valnerina come uno spazio turistico in espansione all’interno delle dinamiche contemporanee di mobilità e consumo turistico.
Trasimeno – L’andamento turistico del comprensorio del Trasimeno evidenzia una crescita costante degli arrivi, mentre le presenze hanno registrato una temporanea flessione nel 2023 rispetto al 2022, per poi riprendere slancio nel 2024, anno in cui si è raggiunto il valore più alto dell’intero periodo analizzato.
La lieve contrazione del 2023 potrebbe essere interpretata alla luce di una crescente competizione interterritoriale con altre destinazioni lacustri italiane, in particolare i bacini del Nord Italia e di regioni limitrofe, che beneficiano di una consolidata infrastruttura turistica. Tuttavia, il 2024 segna una rinnovata centralità del Trasimeno, confermandone il ruolo di destinazione privilegiata per un turismo orientato alla fruizione naturalistica e all’esperienza familiare.
L’evoluzione di questi trend sottolinea l’importanza della valorizzazione strategica delle specificità territoriali, che rappresentano il principale asset competitivo del comprensorio. In un contesto di crescente diversificazione delle preferenze turistiche, la capacità del Trasimeno di mantenere e rafforzare la propria attrattività nel segmento del turismo ambientale e slow rappresenterà un fattore determinante per la sua stabilità nel lungo periodo.
Alta Valle del Tevere – L’evoluzione dei flussi turistici nell’Alta Valle del Tevere evidenzia un modello di crescita costante e strutturato, con un’accelerazione particolarmente marcata nel 2024. La capacità del territorio di intercettare segmenti di domanda orientati alla fruizione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico ha favorito una dinamica di sviluppo caratterizzata da un equilibrio tra valorizzazione delle risorse locali e sostenibilità dell’accoglienza.
Da una prospettiva sociologica, il turismo in quest’area si configura come un processo di crescita incrementale e adattivo, in cui la costruzione dell’attrattività non è legata a fenomeni di espansione improvvisa, ma a un consolidamento graduale delle risorse territoriali. L’afflusso di visitatori interessati a esperienze di scoperta e approfondimento culturale conferma l’efficacia di un modello turistico orientato alla qualità dell’esperienza e alla differenziazione dell’offerta, in contrapposizione alle logiche di turismo massificato e ad alta intensità.
Folignate – L’analisi dei flussi turistici nel comprensorio folignate evidenzia una contrazione degli arrivi tra il 2019 e il biennio 2022-23, dinamica in larga misura riconducibile alla temporanea sospensione o ridimensionamento delle numerose manifestazioni culturali ed enogastronomiche che tradizionalmente strutturano l’attrattività dell’area. Eventi di grande rilevanza, come la Giostra della Quintana, hanno storicamente rappresentato catalizzatori di mobilità turistica, e la loro ridotta fruibilità durante la pandemia ha inevitabilmente inciso sui volumi di arrivi.
Tuttavia, nonostante questa flessione, il numero complessivo di presenze ha registrato un incremento costante nel periodo 2022-2024 rispetto ai livelli pre-pandemici, suggerendo una trasformazione nelle dinamiche di fruizione dell’area, con una permanenza media dei visitatori più prolungata. Nel 2024, gli arrivi non solo hanno recuperato, ma hanno superato i livelli del 2019, segnalando una ripresa piena e un rafforzamento della domanda turistica. Questo dato indica una rinnovata centralità del comprensorio nel sistema turistico regionale, sicuramente trainata dalla ripresa degli eventi culturali e da una maggiore capacità di valorizzare le risorse locali in un contesto di crescente domanda per esperienze legate al patrimonio storico, artistico ed enogastronomico.
Eugubino – L’andamento dei flussi turistici nel comprensorio eugubino evidenzia una dinamica di ripresa articolata, con un ritorno degli arrivi sopra i livelli del 2019 nel 2023 e delle presenze nel 2024. In pratica, la traiettoria di crescita appare più moderata rispetto ad altri comprensori regionali, suggerendo una dinamica di recupero più graduale e selettiva.
Questo andamento può essere interpretato come il risultato di un riequilibrio nei modelli di fruizione turistica, in cui la riattivazione della componente culturale e identitaria gioca un ruolo cruciale, ma richiede tempi più lunghi per ristabilire pienamente i livelli di attrattività precedenti alla crisi pandemica.
Perugino – Dopo la contrazione iniziale dovuta alla pandemia, il comprensorio del capoluogo regionale ha intrapreso un percorso di ripresa caratterizzato da una notevole capacità di adattamento e da una progressiva diversificazione della domanda turistica. A partire dal 2022, si osserva una traiettoria di recupero sostenuta, con un’accelerazione particolarmente significativa tra il 2022 e il 2023, segnalando la resilienza e la flessibilità del sistema turistico locale nell’intercettare nuove dinamiche di mobilità.
Da una prospettiva sociologica, il turismo nell’area perugina si configura come un sistema multilivello, in cui differenti forme di mobilità coesistono e si influenzano reciprocamente. Alla componente del turismo culturale, radicata nella valorizzazione del centro storico e nei grandi eventi a rilevanza internazionale (Umbria Jazz, Eurochocolate, Festival del Giornalismo, ecc.), si affiancano flussi connessi alla funzione educativa dell’Università, che contribuisce a strutturare una domanda turistica stabile e duratura. Inoltre, la dimensione congressuale e di business, tornata a occupare un ruolo centrale nel periodo post-pandemico, ha favorito la riattivazione di segmenti turistici ad alta capacità di spesa, ampliando ulteriormente il profilo economico e sociale dell’attrattività del comprensorio.
Spoletino – L’andamento turistico del comprensorio spoletino nel periodo post-pandemico mostra un recupero costante, con segnali già evidenti nel 2022 e un consolidamento nel biennio successivo. Questa traiettoria può essere ricondotta alla capacità del territorio di valorizzare la ripresa dei grandi eventi culturali, con il Festival dei Due Mondi quale principale motore della domanda. Il ruolo di Spoleto come hub culturale si è ulteriormente rafforzato grazie a un’offerta artistica e performativa di alto livello, che ne ha accresciuto l’attrattiva all’interno del circuito del turismo culturale.
Tuderte – L’andamento turistico del comprensorio tuderte evidenzia una fase critica nel 2022, con una significativa contrazione degli arrivi rispetto ai livelli pre-pandemici, configurandosi come uno dei cali proporzionalmente più marcati tra le aree considerate.
A partire dal 2023, si assiste a un progressivo riallineamento della domanda turistica: gli arrivi iniziano a risalire, mentre le presenze recuperano integralmente i livelli pre-pandemici. Nel 2024, entrambe le variabili evidenziano un superamento dei valori precedenti alla crisi sanitaria, con una crescita particolarmente marcata delle presenze, che riflette una ripresa non solo sul piano quantitativo, ma anche nella profondità e nella continuità dei comportamenti di mobilità e soggiorno.
L’evoluzione degli indicatori suggerisce che, pur avendo inizialmente riscontrato una ripresa più lenta rispetto ad altri comprensori, il territorio tuderte ha progressivamente ricostruito il proprio bacino turistico, tornando a intercettare una domanda stabile e consolidando il proprio ruolo all’interno del sistema turistico regionale.
Amerino – Pur costituendo una quota marginale del mercato turistico regionale in termini assoluti, il comprensorio Amerino ha evidenziato una dinamica di crescita progressiva e costante nel tempo, caratterizzata da una stabilità dei flussi piuttosto che da incrementi improvvisi. L’attrattività dell’area si è consolidata attorno a un modello di turismo a bassa intensità e ad alta qualificazione esperienziale, incentrato sulla valorizzazione dei piccoli borghi e sull’offerta enogastronomica.
Da una prospettiva sociologica, questa traiettoria suggerisce l’emergere di una forma di turismo di nicchia e relazionale, in cui la costruzione dell’esperienza è ancorata a elementi di autenticità territoriale e a una fruizione lenta e consapevole delle risorse locali. L’assenza di brusche accelerazioni nei flussi conferma il ruolo di questi territori all’interno di un paradigma turistico fondato sulla gradualità dello sviluppo e sulla sostenibilità dell’accoglienza, in contrasto con i modelli di turismo ad alta densità e forte stagionalità.
Orvietano – Il comprensorio orvietano emerge tra le aree che hanno incontrato le maggiori difficoltà nel riportare i flussi turistici ai livelli pre-pandemici. Nel 2022, gli arrivi risultavano nettamente inferiori rispetto al 2019 e, sebbene il biennio successivo abbia segnato una ripresa, i dati del 2023 e 2024 evidenziano un recupero solo parziale, senza un completo riallineamento con il periodo pre-Covid.
Parallelamente, le presenze hanno superato i valori del 2019 a partire dal 2023, suggerendo una trasformazione nelle modalità di fruizione dell’area, con una permanenza media più lunga. Questa tendenza potrebbe riflettere un maggiore orientamento verso forme di slow tourism, in cui la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e l’esperienza enogastronomica assumono un ruolo centrale.
Nonostante le persistenti difficoltà sul fronte degli arrivi, Orvieto mantiene una posizione di rilievo nel turismo culturale umbro. La mancata convergenza degli arrivi con i livelli pre-pandemici solleva tuttavia interrogativi sulle dinamiche che hanno condizionato il comparto locale, in particolare rispetto all’evoluzione della domanda e alla capacità competitiva del territorio.
Ternano – L’analisi dei flussi turistici nel comprensorio ternano evidenzia una traiettoria di crescita lineare e priva di significative flessioni, a partire dal 2022, un anno che per molte destinazioni ha rappresentato una fase di transizione nel percorso di ripresa post-pandemica. Il picco di arrivi registrato nel 2023, ulteriormente consolidato nel 2024, può essere ricondotto a un modello di attrattività turistico-territoriale che integra in modo sinergico risorse naturali iconiche e accessibilità strategica. In particolare, la Cascata delle Marmore, tra le mete più frequentate della regione, ha continuato a fungere da polo di richiamo primario, mentre la vicinanza a Roma ha favorito un costante afflusso di visitatori, specialmente nei mesi estivi.
Umbria, andamento turismo comprensoriale
Considerazioni finali
L’evoluzione del turismo nei comprensori umbri nel periodo considerato riflette una significativa capacità di adattamento del sistema territoriale, che ha permesso alla regione di superare senza eccessive difficoltà le criticità della fase pandemica e di consolidare un modello sempre più diversificato e dinamico. Se alcuni comprensori hanno sperimentato una ripresa rapida e sostenuta, altri hanno seguito percorsi più graduali, condizionati dalla struttura dell’offerta turistica e dalla diversa capacità di riattivare i flussi pre-pandemici. Tuttavia, nel 2024, quasi tutte le aree hanno raggiunto o superato i livelli dei flussi del 2019, evidenziando un recupero diffuso.
Il turismo umbro oggi si sviluppa lungo direttrici molteplici, in cui cultura, natura, esperienza e spiritualità assumono ruoli complementari e sinergici. Le città d’arte e i festival continuano a costituire elementi di forte richiamo, mentre il turismo outdoor ha acquisito una rilevanza crescente nelle preferenze di viaggio. Allo stesso tempo, le esperienze legate alla vita locale si configurano come un valore aggiunto, rispondendo alla domanda emergente di forme di turismo più immersive e personalizzate. Il turismo religioso rimane un asset strategico, con Assisi quale epicentro internazionale e una rete diffusa di luoghi di culto che conservano un’elevata capacità di attrazione. La combinazione di questi fattori ha consentito all’Umbria di assorbire gli effetti della crisi sanitaria con maggiore efficacia rispetto a contesti caratterizzati da una minore diversificazione dell’offerta, ponendo le basi per una traiettoria di sviluppo stabile e competitiva.
Guardando al futuro, le prospettive del settore appaiono complessivamente positive, ma pongono questioni cruciali legate alla sostenibilità e alla necessità di adattarsi a nuove dinamiche di domanda. Resta da osservare in che misura alcune tendenze emerse nel post-pandemia, come la crescente preferenza per destinazioni meno affollate e il turismo di prossimità, possano consolidarsi nel lungo periodo. La capacità del territorio di monitorare e interpretare queste trasformazioni sarà determinante per l’elaborazione di strategie di sviluppo coerenti, in grado di rafforzare la competitività del turismo umbro nel contesto nazionale e internazionale.