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Vanni Capoccia: “Carlo Carnevali in mostra a Perugia”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo di Vanni Capoccia su Carlo Carnevali in occasione dei 50 anni della sua carriera di pittore. Carnevali  ha curato un allestimento al Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria e una mostra al Centro Congressi in via Mazzini. 

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Carlo Carnevali in mostra a Perugia
di Vanni Capoccia

Carlo Carnevali è un’artista che nel corso della sua attività è stato rispettoso della sua arte non inflazionandosi, confrontandosi con artisti a prima vista lontani dalla sua arte come il concettuale Giulio Paolini, iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti, individuando in Nuvolo il suo maestro.

Credo che sia dipeso anche dai suoi incontri la volontà di semplificare, di dover “togliere” come diceva lui dai suoi quadri ed è stata questa necessità che l’ha indotto a eliminare la figura e il suo passaggio all’informale. Tolta la figura è stato come se il colorismo di Carlo che già sottostava a essa si fosse sentito libero di esprimersi in tutta la sua forza espressiva. Perché Carlo è un pittore. E se ha deciso di abbandonare la forma non ha abbandonato i colori rimanendo fedele alla pittura che invita alla realtà pura quando non è più destinata a imitare il vero ma a contare per sé stessa.

Come scrive Vincenzo Trione, “usare i pennelli su una tela è un po’ come narrare… un istinto ineliminabile che rinvia a uno specifico modo di vedere in un tempo che tende a decretarne la morte”. E Carlo ha continuato a dipingere, a usare i suoi colori accesi rinnovandosi nel solco dell’informale vissuto come una forma di conoscenza del mondo reale e insieme capacità d’inventare altri mondi. Un percorso portato avanti con coerenza i cui sviluppi si possono vedere al Centro Servizi Galeazzo Alessi in Via Mazzini a Perugia dal 26 aprile al 4 maggio.

In definitiva l’informale gli è servito per soddisfare l’esigenza di superare confini, far emergere possibilità inedite, rivelare una nuova energia ampliando i propri orizzonti. Tra gli orizzonti artistici di Carlo Carnevali c’è anche un costante dialogo con l’ultima fase della vita umana credo iniziato per motivi lavorativi continuato poi come artista con allestimenti che lo hanno portato a confrontarsi con la morte nei piccoli e di frequente abbandonati cimiteri umbri di campagna. Come a voler ricordare di avere radici ben piantate nella terra e per chiedere a quelle tombe di narrare le loro storie mettendosi in ascolto delle voci che da esse salgono.

Un ascolto che continua al Museo archeologico dell’Umbria con “Urnae e Cubi”, un allestimento non celebrativo di una carriera ma la conferma che Carlo non si fermato e la sua ricerca e il suo percorso con chi non c’è più continuano anche con chi come gli etruschi appartiene al lontano passato di Perugia e di una parte dell’Umbria.

E così i cubi colorati di Carnevali e le urne cubiformi etrusche che, non dimentichiamolo, erano in origine policrome si specchieranno gli uni con le altre a dimostrazione che tra contemporaneità e passato dell’arte è possibile un colloquio se ci si rapporta con ciò che è stato con rispetto e onestà. Consapevoli che l’arte è sempre contemporanea finché ai contemporanei parla, di ciò che si è come persona, dei propri mezzi, di quello che si è deciso di fare. Se questo a Carlo in questa esposizione è riuscito non è tanto per la sua indubbia capacità espositiva ma perché la sua è arte e di conseguenza è di sempre.

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LA SCHEDA

Carlo Carnevali
 “Urnae e cubi”
Dal 12 aprile al 3 giugno 2025, Piazza Giordano Bruno, Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria

Verso Infinito”,
Dal 26 aprile al 4 maggio 2025,  Centro Servizi Galeazzo Alessi, Via Mazzini  Perugia

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