SPOLETO – Aladin il musical, scritto dalla brillante penna di Stefano D’Orazio con le musiche dei Pooh, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian, arriva anche in Umbria e sabato 15 marzo alle ore 17 sarà in scena al teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto in esclusiva regionale. Con la direzione artistica e la regia di Luca Cattaneo della Compagnia dell’Ora, le coreografie di Ilenia De Rosa, e la direzione musicale di Enrico Galimberti, lo spettacolo vedrà la partecipazione straordinaria di Max Laudadio nel ruolo del Genio.
– Max Laudadio, con il musical Aladin offri ancora una prova della tua versatilità. Le tue prove attoriali sono già numerose, dal musical Caino e Abele passando per la Bisbetica domata, Molto rumore per nulla e la Morte dei comici: insomma versatilità a tutto tondo?
Io mi ritengo molto fortunato, riuscire a fare quello che a uno piace credo sia un grande dono. Evidentemente il teatro è stato il motivo per il quale mi sono trasferito da Pistoia a Milano, quindi poi la scuola di teatro, canto e dizione, ballo eccetera, eccetera e poi tutta quella parte di preparazione. Però il ritorno al musical mi gratifica molto perché, ripeto, è stato il mio grande sogno, è il mio grande sogno e mi piacerebbe continuare a farlo.
– Quindi una grande passione che si alimenta ancora una volta.
Oltretutto questo lo ritengo la chiusura del cerchio perché 13 anni fa sono andato al provino di Aladin quando c’era ancora in vita Stefano D’Orazio che ha scritto lo spettacolo. In quell’occasione fu scelto Roberto Ciufoli, evidentemente attore riconosciuto da tutti e quindi il tour partì con lui. Quando poi si è fermato e dopo dieci anni hanno deciso di riprodurlo e mi hanno chiamato proprio dicendomi che ero arrivato in fondo lì e così mi hanno chiesto se ero disponibile a farlo.
– Per questo ritorno sulle scene ti è stato ritagliato un ruolo in linea con la tua mission, l’inviato di Striscia la Notizia, a caccia di ingiustizie da svelare e risolvere che si trasforma nel Genio della lampada per opporsi alle ingiustizie e alle tirannide del Gran Visir.
Al di là dell’ingiustizia che vai a tentare di combattere, quando tu puoi realizzi addirittura il sogno. Penso sempre che sia una bella metafora della vita la favola di Aladin perché tratta tutti quegli argomenti che hai citato tu nella contemporaneità massima e il genio che in maniera molto comica, divertente, anche a volte poi la libertà che è l’essenza della vita, quindi c’è la realizzazione dei sogni degli altri ma c’è anche la realizzazione del sogno proprio: diventare libero.
– E’ ancora dimostrazione della tua versatilità in campo artistico da ricordare che tu nel 2014 hai esposto le foto del tuo progetto Quattro Occhi sul Mondo proprio a Spoleto, a Palazzo Sanzi, dove adesso torni. Ma la fotografia è stata una meteora nei tuoi progetti o continui a interessartene?
No, la mostra Quattro Occhi sul Mondo continua a girare in Italia. Ne sono molto contento, ma non cerco il risultato, cerco l’impegno massimo. E’ il mio carattere, non faccio le cose se non mi ci impegno al 110% e forse l’impegno ti porta a poi avere delle gratificazioni, quindi anche il percorso della mostra è un altro bel gioco.
– Poi, oltretutto, molto spesso questo progetto è stato finalizzato per scopi benefici, se non sbaglio…
Beh sì, questa è un po’ la caratteristica delle mie cose, nel senso che ho il mio lavoro che è espresso in Striscia la Notizia . Qualsiasi cosa faccio parallelamente ci metto sempre dentro la beneficenza. Anche ad Aladin abbiamo deciso, e grazie alla Compagnia dell’Ora che ha accettato questa mia proposta, di unirlo ad Ai.Bi., associazione Amici dei bambini. Proprio quando l’ho chiesto ho detto: io realizzo dei sogni virtuali sul palco, con loro realizziamo dei sogni reali, diamo delle famiglie ai bambini che non ce l’hanno. Quindi al termine dello spettacolo chiedo a tutti gli spettatori di mettere nella cassettina fuori un euro a testa, solo un euro: io mi metto accanto e faccio le foto con tutti. Un euro a testa, pensa che a oggi siamo a 50 date, abbiamo incassato sinora più di 20 mila euro.
– In Umbria sei tornato anche altre volte, nel 2017 con il brano Liberi, sei tra i protagonisti del programma “Con il cuore nel nome di Francesco” ad Assisi. Ma il tuo impegno filantropico si è espresso anche nel programma su TV 2000 Missione possibile per attività missionarie in diverse zone disagiate del mondo, giusto?
Quella fa parte della mia scelta di vita degli ultimi dieci anni. C’è stato un momento dove, come tante persone che lavorano in questo mondo, che puntavo a un ego personale esagerato e ad una realizzazione di successi personali. Poi sono successe delle cose molto importanti nella mia vita che mi hanno fatto capire che dovevo dare, dovevo amare. Credo che abbia compreso che c’è una parola, la felicità. Basta solo anche l’ascolto alla persona che è vicino, per poi allargare questo ascolto a tutti e il risultato finale è un premio meraviglioso che è la felicità che non va più via. Quando mi dicono la felicità non esiste, no la felicità esiste, dipende da dove la cerchi, se la cerchi nel dono verso gli altri, è una cosa che non va più via.