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Palazzo della Penna e Indigo Art Gallery portano a Perugia “Vita, morte e miracoli”

PERUGIA – Inaugurerà domenica 9 marzo alle ore 18 al piano terra del museo di Palazzo della Penna la mostra “Vita, morte, miracoli” di Davide Dormino e Francesco Petrone, a cura di Chiara Guidoni, organizzata dal Centro per le arti contemporanee, in collaborazione con Indigo Art Gallery.

“Gli artisti – si legge nella nota stampa – non ricercano mai il grado di distacco della perfezione. Il segno resta, serve a palesare che quel gesto esiste, che è parte di un organismo, che possiede un cuore, un fegato e una pelle: le opere sono il negativo dei loro corpi, occupano lo spazio che le mani hanno deciso di non stringere troppo forte, di lasciare agli altri. E lo fanno con l’innocenza e la consapevolezza di una volontà pura, che muove i suoi passi da una necessità creativa che è quella di raccontare un presente che abitano con spirito critico.

Francesco Petrone, Sacrificio 2024

Vita, morte, miracoli è una mostra che presenta una produzione eterogenea di materiali e significati: le opere selezionate sono i personaggi di un racconto comune, di un’epopea senza eroe, che riguarda l’esistenza umana tutta, terrena e al contempo eterea. I miracoli altro non sono che ciò che si riesce a lasciare in eredità e dono, un testamento spirituale e concreto, che si manifesta attraverso l’arte. La mostra sarà visitabile fino a domenica 13 aprile”.

Davide Dormino

Nato a Udine nel 1973, vive e lavora a Roma. Dal 2003 insegna Disegno, Scultura e Installazione alla RUFA. Realizza sculture monumentali, in marmo, bronzo e ferro, affrontando tematiche universali. Tra le sue opere più celebri: Breath (2011), installata permanentemente presso le Nazioni Unite a New York, e Anything to say? (2015), scultura itinerante dedicata al coraggio e alla libertà d’espressione, esposta in 26 capitali europee e premiata nel 2016 con il Prix Èthique dall’organizzazione AntiCor.

Francesco Petrone

Nato a Foggia nel 1978 vive e lavora a Roma. Si laurea con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia; ha lavorato come scenografo per il teatro e il cinema ed è docente presso il Liceo Artistico Argan di Roma. La sua pratica è incentrata su un’analisi del contesto contemporaneo attraverso l’uso della scultura non come fine ma come mezzo di indagine. L’interesse si situa sul simbolo, che riporta attraverso l’uso di materiali industriali e freddi, quali cemento armato e ferro, ma anche quotidiani e caldi, quali legno, pane, ghiaccio, muffe e muschi. Artista votato alla circolarità, riconosce la coincidenza dei concetti di inizio e di fine, se ne fa messaggero, attraverso forme, idee e materiali. Il suo campo di indagine comprende anche una pratica più effimera, legata alla trasparenza e all’inafferrabilità, avvicinandosi al concetto di tempo, che egli riflette nel vetro, in un gesto che è lo specchio del suo processo di indagine artistica verso l’essenza. L’artista è stato selezionato per il PAC (Piano Arte Contemporanea) 2024, con un progetto in collaborazione con il Piccolo Museo del Diario di Pieve Santo Stefano.

Nella foto di copertina l’opera: Dormino, Quando il bambino era bambino

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