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Il prog del terzo millennio #43: Banco del Mutuo Soccorso / Storie invisibili

Non è semplice spogliarsi dei panni di appassionato di prog ed entrare in quelli del recensore per parlare del nuovo album del Banco del Mutuo Soccorso Storie invisibili, pubblicato lo scorso 28 febbraio.

La copertina del nuovo album

Dopo il periodo drammatico tra il 2014 ed il 2015 con le scomparse prima di Francesco Di Giacomo, poi di Rodolfo Maltese ed infine con la malattia di Vittorio Nocenzi, nel 2019 era iniziata la trilogia dedicata all’esistenza umana con Transiberiana e proseguita nel 2022 con Orlando: le forme dell’amore, che si completa appunto con Storie invisibili.

La storia recente ci parla di diverse nuove uscite della formazione romana, se è vero che nell’ultimo scorcio del 2024 sono stati pubblicati, praticamente in contemporanea, Greggio e pericoloso (colonna sonora di uno sceneggiato del 1981), e la riedizione in versione restaurata ed estesa del bootleg Seguendo le tracce (da un concerto del 1975), originariamente uscito nel 2005.

La copertina di Greggio e pericoloso
La copertina di Seguendo le tracce (expanded edition)

E se questi due lavori ci restituiscono un’immagine della band alle prese con un periodo, ci si passi il temine, “funky” (la formazione è la stessa che registrerà il live Capolinea con l’inserimento di Karl Potter alle percussioni), per quanto riguarda Greggio e pericoloso, documento interessante ma fortemente legato al documentario, in Seguendo le tracce ecco che ci si trova davanti ad uno dei momenti migliori del gruppo, all’apice della carriera, dopo aver sfornato il trittico iniziale (Banco del Mutuo Soccorso, Darwin ed Io sono nato libero).

Storie invisibili invece è un disco, sulla scia dei recenti predecessori, meno complesso, dove Nocenzi ha trovato un fedele scudiero nel figlio Michelangelo che gli dà man forte nella stesura del materiale e negli arrangiamenti, per creare una formula che potremmo definire “nuova nella tradizione”, dove le lunghe composizioni del passato cedono il passo a brani più snelli (il disco dura circa 45 minuti e sono presenti 12 tracce), che tuttavia hanno un marchio di fabbrica profondamente riconoscibile.

Ad essere sinceri la voce filtrata di La casa blu è forse un colpo al cuore, ma vogliamo considerarlo un peccato veniale, e allora entriamo brevemente nel merito del lavoro.

Studenti apre con bella grinta musicale l’album; l’invito del testo ad impegnarsi alle nuove generazioni suona come un tentativo di risvegliare le coscienze … chissà.

Segue Il mietitore, scelto come singolo, dove anche Vittorio Nocenzi è impegnato alla voce; il suono è ancora potente, non mancano momenti interessanti tra tastiere e chitarre, ed il brano rende omaggio al lavoro dell’agricoltore.

Il pittore è una breve ballad, declinata tra piano ed archi; molto bene la voce di D’Alessio e la linea del basso di Marco Capozi.

Ma non c’è tempo di fermarsi perché l’atmosfera torna brillante con Non sono pazzo, storia sulla frenesia del consumismo dove ancora una volta il tema dominante è fornito dalle tastiere.

Due brani meritevoli d’attenzione seguono: L’ultimo moro dell’Alhambra, dedicata al complesso palaziale spagnolo, patrimonio dell’umanità, e Senza nuvole; l’atmosfera è intima in entrambi i casi, quasi rarefatta; tra le cose migliori dell’album nella loro semplicità.

De La casa blu abbiamo poc’anzi accennato con riferimento al filtro utilizzato per la voce; pian piano il brano prende quota ma non “acchiappa” troppo dal lato strumentale malgrado rimandi a soluzioni del passato.

Molto meglio la successiva Sarà ottobre, con un arrangiamento tra i più ricercati dell’album, con un bel solo nella parte centrale di Marcheggiani tra chitarra elettrica ed acustica.

La breve Cena di Natale sembra pescata davvero dal passato; ancora in evidenza D’Alessio; per il resto non un granchè.

Spiegami il cielo invece è tra le tracce più estese, con i suoi quasi cinque minuti; e come in una narrazione la voce di D’Alessio regge bene la parte iniziale; poi entra la band che a vele spiegate è impegnata nella parte centrale; bene la ritmica di Capozi ed Esposito; quindi nel finale torna la voce in evidenza; un’ottima prova.

Siamo alle battute finali con Solo meraviglia, delicato quadretto acustico con D’Alessio e la chitarra acustica di Marcheggiani, con il piano che entra ed esce a punteggiare l’atmosfera; breve ed intensa.

Si chiude con Capo Horn, con il personaggio della storia alla ricerca della propria rotta; e se infine vogliamo trovare un protagonista di questo album va cercato nel cantante, che mai come ora si era così ben espresso; buono l’arrangiamento e di buon auspicio per quanti potranno ammirare la band dal vivo le parole finali, più volte ripetute: “aspettami, aspettami ancora“; e noi siamo qua in attesa del tour, che è appena partito il 7 marzo da Milano e andrà avanti per il momento fino agli inizi di maggio; poi il calendario è in continuo aggiornamento.

Le nuove Storie invisibili del Banco del Mutuo Soccorso ci aspettano in concerto, dove sarà presente il nuovo batterista Andrea Bruni, già membro dei toscani de La Cruna del Lago, che aprì alla band romana nella serata conclusiva del Trasimeno Prog Festival del 2021.

Tracklist: Studenti; Il Mietitore; Il Pittore; Non Sono Pazzo; L’Ultimo Moro Dell’Alhambra; Senza Nuvole; La Casa Blu; Sarà Ottobre; Cena Di Natale; Spiegami Il Cielo; Solo Meraviglia; Capo Horn

Link Spotify al’album: Storie invisibili

Foto di Fabio Pirazzi

La band: Vittorio Nocenzi, organo, tastiere e voce; Tony D’Alessio, voce; Filippo Marcheggiani, chitarre e cori; Michelangelo Nocenzi, tastiere e piano; Marco Capozi, basso; Dario Esposito, batteria

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