CITTA’ DI CASTELLO – La Stagione 24/25 del Teatro degli Illuminati di Città di Castello ospita il debutto in prima nazionale dello spettacolo “Sissi l’imperatrice”, il racconto dell’inquieta e tormentata vita dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, diretto da Roberto Cavosi con Luna Vincenti nei panni dell’imperatrice e con Ira Nohemi Fronten, Claudia A. Marsicano, Miana Merisi e Milutin Dapcevic. In scena sabato 22 febbraio alle 20.45 e domenica 23 febbraio alle 17.
LO SPETTACOLO
“Lo spettacolo – si legge nella presentazione della pièce – è un viaggio straordinario alla scoperta di una delle donne più famose di tutti i tempi, l’imperatrice Elisabetta d’Austria conosciuta come la principessa Sissi. La sua vita non incarna solamente una vera e propria fiaba con tanto di carrozze dorate, gioielli, balli a corte, è anche in realtà l’emblema della lotta di una donna indipendente in contrasto con le convenzioni della sua epoca, la sua storia si mescola a quella di un impero destinato a scomparire, ma che fino all’ultimo mostrerà al mondo i suoi splendori e i suoi artigli. Sissi l’imperatrice con Federica Luna Vincenti, è il sorprendente racconto di Elisabetta d’Austria, una donna che, sottratta all’olografia grazie anche alla pubblicazione dei suoi diari, ci appare in una veste tanto dirompente quanto irriverente che non può che affascinarci e colpirci nel profondo. Figura carismatica e ribelle, anticonformista, perennemente in lotta con sé stessa e con la realtà che la circondava: imperatrice anti-imperialista, vicina alle masse operaie, alle minoranze etniche, contraria ad ogni forma di sopraffazione. Anoressica, in eterno lutto per la morte assurda di due dei suoi figli, cerca di esorcizzare il dolore attraverso estenuanti sedute ginniche, con l’infinita cura del suo corpo e la pettinatura dei suoi detestati capelli – “è come se reggessi sul capo un corpo estraneo, sono schiava dei miei capelli”. Dotata di un feroce sarcasmo, fustigava la Corte asburgica e i nobili – “Una schiatta depravata” – senza mezzi termini. Non lesinava nemmeno a sé stessa tutta l’amara ironia di cui era capace, un modo per nascondere in realtà la sua vulnerabilità, la fragilità della sua anima. Un’anima che cercava in tutti i modi di trovare sollievo rifugiandosi nella poesia: amante di Heine e di Baudelaire, componeva lei stessa poesie. Una personalità incredibilmente sfaccettata e instancabile nella continua e contraddittoria ricerca di cosa poter fare per migliorare il mondo ed allo stesso tempo di come evadere dalla realtà. Forse la sintesi di questa suo duplice aspetto sta nella sua ultima volontà, devolvere ai rifugiati politici ed alle loro famiglie il frutto della vendita postuma dei suoi diari, delle sue poesie, affidando ad una ipotetica anima del futuro tale compito, ma non prima di sessant’anni dal 1890. Un testamento spirituale che, censurato a lungo per le aspre critiche alla Corte Viennese, ha trovato il suo compimento soltanto nel 1980, quando, al momento della prima pubblicazione, i diritti d’autore vennero devoluti al Fondo di Soccorso dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati e i proventi nell’edizione successiva vennero donati ad Amnesty International, rispettando così la volontà dell’Imperatrice. Sissi l’imperatrice si snoda in vari quadri, ognuno dei quali prende in esame alcuni aspetti del suo carattere e pensiero: dalla filosofia al sesso, dalla politica all’arte. Un percorso ove, senza reticenze, Sissi ci parla di sé, della sua Weltanschauung, in quel suo modo crudo, cinico e pieno di dolore con cui si esprimeva – “Le vere lacrime non si possono versare, e quelle che si versano scorrono tutte invano”, ripeteva spesso. Si sentiva abbandonata, sola in un mondo crudele dove le guerre erano una condanna per tutto il genere umano. Fino al momento della sua morte ha sempre covato dentro di sé un feroce senso di colpa per quella dei suoi figli, un senso di colpa che, anche se nei fatti non aveva alcun fondamento, per tutta la vita l’aveva sempre divorata portandola a veri e propri vaneggiamenti, nei quali versava parole piene d’acidità nel disprezzo di tutto e tutti, anche dell’Imperatore stesso: “Marito mio dove sei? Che uomo sei se neghi a tua moglie la possibilità di essere una donna?”.
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Info e biglietti – È possibile prenotare telefonicamente al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20. A Città di Castello – Botteghino Teatro degli Illuminati Via dei Fucci, 14 – T 075 8555901 il giorno dello spettacolo dalle ore 18. Acquisto online sul sito www.teatrostabile.umbria.it