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Il Giubileo dello Sport nella cattedrale di San Feliciano a Foligno sulle note dell’inno europeo di Beethoven

FOLIGNO – Dopo la solenne riapertura della Cattedrale di San Feliciano, tornata al suo splendore dopo i lavori di restauro seguiti al terremoto del 2016, è iniziata la settimana di festeggiamenti in onore del patrono della città. Un programma ricco di eventi, che ha avuto inizio il 20 gennaio con il Giubileo dello Sport e culminerà il 26 gennaio con l’assegnazione del Premio della Bontà. Al centro di queste celebrazioni, la grande commemorazione di San Feliciano, vescovo e martire di Foligno, che morì il 24 gennaio del 249 dopo aver subito lunghe torture.

 

 

Il primo evento in programma – il Giubileo dello sport -, ha visto la partecipazione delle società sportive locali che, per omaggiare il patrono, sono entrate in cattedrale con la fiaccola benedetta, accompagnate dalle note dell’inno europeo An die Freude di Beethoven. I momenti musicali, curati dal gruppo scolastico Cor Gentile, 60 ragazzi dell’I.C. Foligno 4, guidati dalla professoressa Stefania Cruciani, hanno offerto una colonna sonora vivace ed emozionante, con interventi che hanno richiamato valori di pace e solidarietà. Tra le società intervenute, le giovani ginnaste della Società Fulginium sono state protagoniste di una suggestiva performance attraverso un’elegante esibizione al nastro, danzando con grazia e perfezione sotto il baldacchino barocco della cattedrale.

Il tema della serata, “Lo sport per una speranza nuova”, è stato approfondito da Sua Eccellenza Monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Foligno, che ha sottolineato come lo sport rappresenti uno strumento potente di inclusione sociale. Secondo Sorrentino, ogni disciplina, sia essa individuale o di squadra, offre opportunità per incontrare persone provenienti da ambienti diversi, favorendo l’abbattimento di barriere culturali, razziali e sociali. Lo sport, dunque, non solo aiuta a costruire relazioni, ma promuove anche valori fondamentali come il rispetto e la solidarietà.

 

 

Insieme al vescovo, è intervenuto Don Massimiliano Gabbricci, assistente spirituale della Nazionale di calcio italiana e del CSI di Siena, che ha posto l’accento su alcuni dei valori essenziali dello sport: umiltà, rispetto e cooperazione. Gabbricci ha anche ricordato due campioni del calcio, Davide Astori e Gianluca Vialli, esempi di sportività e umanità sia in campo che fuori. Questi grandi atleti, attraverso le loro storie, hanno dimostrato come lo sport non sia solo una questione di vittorie e sconfitte, ma una vera e propria scuola di vita, che insegna a crescere, a relazionarsi con gli altri e a dare sempre il meglio di sé. Lo sport e la religione, pur appartenendo a sfere diverse, condividono alcuni valori fondamentali che ne guidano la pratica: in particolare il rispetto, la collaborazione, l’aiuto reciproco, la disciplina, il senso di comunità aiutano a vivere meglio con se stessi e con gli altri e insegnano a costruire una società più giusta e solidale. Così come San Feliciano ha dedicato la sua vita al bene della comunità, anche gli sportivi sono chiamati a essere modelli di lealtà e generosità; che sia attraverso una partita o una preghiera, l’uomo deve sempre coltivare la speranza di un mondo migliore.

Alma Gatteschi

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