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“Callas Callas Callas”: a Città di Castello domenica va in scena la danza

CITTA’ DI CASTELLODomenica 26 gennaio sarà a Città di Castello all’insegna della danza. Alle ore 17 nel centenario della nascita di Maria Callas, la Compagnia Opus Ballet renderà omaggio alla “Divina” con lo spettacolo dal titolo “Callas Callas Callas” attraverso gli sguardi di tre giovani, e già affermati, coreografi dal linguaggio contemporaneo: Adriano Bolognino, Roberto Tedesco, Carlo Massari.

LE TRE COREOGRAFIE

Saranno tre le coreografie che verranno presentate: DIVINA è di Adriano Bolognino, gli interpreti sono Giuliana Bonaffini, Aura Calarco, Ginevra Gioli, Gaia Mondini, Rebeca Zucchegni; STANDPOINTS è di Roberto Tedesco, gli interpreti Matheus Alves De Oliveira, Giuliana Bonaffini, Aura Calarco, Emiliano Candiago, Ginevra Gioli, Gaia Mondini, Riccardo Papa, Frederic Zoungla; TOUJOURS LA MORT è una creazione originale di Carlo Massari, gli interpreti Matheus Alves De Oliveira, Aura Calarco, Emiliano Candiago, Riccardo Papa, Frederic Zoungla.

Roberto Tedesco

Amalgama le note di Vissi d’arte sulla partitura musicale elettronica composta da Giuseppe Villarosa dentro la quale mixa anche brani d’interviste e interferenze di voci. È soprattutto nella struttura sonora che il coreografo imprime la sua visione della vita di Callas, quasi un voler predisporre lo spettatore – citando George Balanchine – a “vedere la musica e ascoltare la danza”. Tedesco tesse una drammaturgia immaginaria con un percorso musicale, quasi cronologico, che va dagli anni a New York dove Callas nacque, alle sue origini greche; dall’Italia che le ha dato il maggior successo, alla Francia dove infine si è ritirata. Vaghe sonorità jazz iniziali rimandano all’America, poi quelle del Bouzouki alla Grecia. Su un ritmo crescente, quasi techno, s’innesta una danza corale che pulsa nei corpi – maschili e femminili, un’unica entità -, rivestiti di stilizzati corsetti rossi e maschere nere a forma di abatjour. Un’estetica che rimanda ai costumi teatrali dell’opera, e a quel mondo della moda del quale Callas, ispirando molti stilisti, è stata anche un’icona.

Adriano Bolognino

Questo divismo fashion lo rimarca nella sua creazione il coreografo napoletano enfatizzando così il suo “immaginario Callas” anche sotto l’aspetto estetico, unito alla forza, al rigore e all’estrosità della danza. Velocità e ritmo caratterizzano il suo linguaggio. Lo incarnano le cinque danzatrici con una gestualità combattiva che sottende alcuni riferimenti della vita del soprano: il canto, la sua radice greca, la mancata maternità, la storia d’amore tormentata. Sempre in scena il quintetto gioca tra morbidezze e movimenti spezzati, ritmi e pause, sulla musica introduttiva composta da Vito Pizzo che funge da preludio per sfociare e chiudere con Casta diva.

Carlo Massari

Lui non interviene, invece, con particolari contaminazioni sonore nel suo viaggio creativo dell’universo Callas. Con una drammaturgia legata a una componente anche ironica che s’impatta con la dimensione sonora, ad avvolgere l’etere è, dopo averla udita in loop, la voce riconoscibile della cantante nella celeberrima Habanera della Carmen, e più avanti l’Aria delle carte, momento in cui le carte da gioco predicono alla gitana l’avvicinarsi della morte. Ed è questa visione a permeare la coreografia di Massari, con Callas che, nel suo perire fisicamente, vive sapendo della fine che l’attende. Gli applausi che udiamo all’inizio l’accompagneranno a ritroso ripercorrendo il filo della sua esistenza, fino a lasciarci il ricordo della sua voce sublime, dell’artista immortale.

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La Stagione 24/25 del Teatro degli Illuminati di Città di Castello è organizzata dal Teatro Stabile dell’Umbria insieme all’amministrazione comunale.

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