FOLIGNO – L’inclusione è un percorso delicato che ha bisogno, sempre più spesso, di figure professionali costantemente aggiornate. In Umbria la popolazione straniera arriva a 89.737 persone (al 1° gennaio 2024), di cui 40.949 maschi (il 45,6%) contro 48.778 femmine (54,4%). Secondo gli ultimi dati del Rapporto Caritas e Migrantes sull’Immigrazione, a questi numeri vanno associate alcune criticità: i permessi di soggiorno in corso di validità registrati in Umbria al marzo 2024 erano 64.860, cifra che – sebbene registrata due mesi dopo la rilevazione del dato sulla popolazione straniera residente – evidenzia comunque un gap di circa 25.000 unità tra i cosiddetti “in regola” (sia pure a volte soltanto temporaneamente) e una “zona grigia” composta non propriamente di “irregolari” ma anche di coloro che sono ancora in attesa di regolarizzazione, o anche di rinnovo, spesso inseriti nel Sistema di accoglienza con i suoi centri diffusi nel territorio.
Un dato che testimonia la lentezza e la farraginosità di alcune procedure burocratiche per il rilascio di documenti importanti o per il riconoscimento del diritto di asilo. Una problematica che inficia e si riflette su tutto il processo di integrazione nella società di accoglienza e del pieno ed effettivo riconoscimento di un sostanziale diritto alla cittadinanza. Di fronte a questa situazione, diventa fondamentale prevedere, soprattutto a livello locale, servizi e opportunità di informazione per chi arriva in un luogo nuovo e deve ripartire da zero, o per chi deve orientarsi nei frequentissimi cambiamenti che occorrono alle prassi e le normative.
Gionata Baldaccini, tecnico dell’accoglienza dello Sportello S.I.A.M.O., ha raccontato ai microfoni di Vivo Umbria un po’ di sé e della sua storia, iniziando dal perché ha voluto fare questo lavoro:
Cosa significa essere un ‘tecnico dell’accoglienza’ e perché hai deciso di fare questa professione?
“Vengo da un’esperienza di 10 anni nel Terzo Settore, sono qualificato professionalmente come tecnico in accoglienza. A Foligno mi sono occupato dei Progetti dedicati a richiedenti asilo e rifugiati. Per nove anni ho lavorato nell’accoglienza e nell’inserimento sociale e lavorativo dei migranti, attivando tirocini, imparando a redigere CV e gestendo laboratori di emersione competenze ed empowerment.
Durante la mia esperienza lavorativa, ho iniziato a gestire gli sportelli immigrazione dei comuni, insieme ai colleghi e alle colleghe, nell’area zona sociale 8 e 9. Ho avuto l’opportunità di orientare molte persone su permessi di soggiorno, cittadinanza, permessi familiari e molto altro. Una presa in carico a 360°, un’attività che mi ha appassionato moltissimo. Purtroppo ad un certo punto ho dovuto interrompere questo percorso per cause di forza maggiore: il Terzo Settore in Italia è caratterizzato da altissima precarietà e per me non era più sostenibile.
Ho dovuto reinventarmi per continuare in quello che avevo imparato bene a fare, non riuscendo a vedermi in nessun altro settore al di fuori di quello dell’accoglienza. In moltissimi mi hanno incoraggiato a non mollare e a riprendere questo percorso che è culminato nell’apertura di uno sportello dedicato, lo Sportello S.I.A. M.O. È stato molto bello capire che si erano creati dei legami con gli assistiti anche al di fuori della mia attività professionale. Le persone hanno apprezzato il mio lavoro e mi hanno chiesto di continuare. La riconoscenza di molte persone che avevano potuto ricongiungersi con i propri familiari o figli mi ha convinto a continuare a fare questo lavoro”.
Quali servizi offre lo Sportello S.I.A.M.O.?
“S.I.A.M.O. è un acronimo che sta per Sportello Inclusione Ascolto Mediazione Orientamento. Lo sportello si occupa di pratiche complesse quali la cittadinanza, ricongiungimento familiare, conversioni e richiesta asilo, orientamento al lavoro e redazione CV. Sto strutturando anche dei rapporti con studi di avvocati immigrazionisti e agenzie per il lavoro. I servizi possono essere utili sia per chi è arrivato da poco nel Paese sia per chi, dopo anni, ha bisogno di assistenza per pratiche amministrative relative alla cittadinanza e non solo. Lo sportello vuole essere un punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di assistenza e consigli in materia di immigrazione, Lo spettro è molto ampio e costringe a un aggiornamento continuo a una grande flessibilità mentale. Districarsi nella burocrazia non è sempre facile, soprattutto con la barriera linguistica e la mancanza di strutture pubbliche adeguate nell’approcciarsi secondo modelli interculturali. Per questo l’assistenza è fondamentale per fare tutti i passi necessari nella legalità e procedendo step by step verso un percorso di inclusione soddisfacente.
Attualmente lo sportello ha sede nel Co-working Help Desk in un contesto molto ricco, in cui sono presenti molte professionalità. È una situazione che regala molto entusiasmo.
Per assurdo, la speranza è che l’esistenza di una figura come la mia – oggi più che mai necessaria – un giorno scompaia. L’obiettivo di una comunità dovrebbe essere quello di risolvere, a livello di servizi istituzionali e collettivi, i problemi e le esigenze delle persone”.