FERENTILLO – Torna al suo originario splendore l’ ex complesso conventuale di Santa Illuminata nel cimitero urbano a Precetto di proprietà comunale. Una struttura prerinascimentale che ha visto fiorire tanta spiritualità in questa parte del territorio della bassa Valnerina.
Qui visse per quasi cento anni il Venerabile Francesco Romanelli ferentillese in odore di santità. Le sue reliquie sono conservate nella sacrestia della Chiesa di Santo Stefano dopo una riesumazione eseguita dall’ autorità ecclesiastica alcuni anni fa.
I lavori di recupero hanno interessato l’atrio di accesso con relativa copertura, il chiostro con il pozzo interno, con le coperture a travi di legno e pianelle.
Rimane ora il restauro del dipinto nella lunetta raffigurante stigmate di San Francesco con Santa Illuminata del XVII secolo sopra la porta di accesso alla Chiesa, e la bella meridiana del XVII secolo situata sul muro del chiostro interno. Un bel lavoro eseguito a regola d’ arte, non c’e dubbio commissionato dall’ Ente Comunale proprietaria dell’immobile stesso.
“Stiamo apportando al territorio per quanto riguarda le strutture di proprietà comunale – afferma la sindaca Elisabetta Cascelli – una ristrutturazione e sistemazione definitiva affinché tale patrimonio possa essere salvaguardato e utilizzato per fini e scopi culturali. L’ex convento e ritornato al suo originario splendore grazie ai fondi del GAL, e se troveremo altri fondi si provvederà al restauro della meridiana e della lunetta. Sono giunti al termine anche i lavori al dopolavoro comunale”.
Ma andiamo a vedere la peculiarità storico artistica dell’ edificio ex Convento. In alcuni documenti del XVI secolo, conservati all’ archivio comunale recitano che i locali del refettorio furono adibiti per stilare alla presenza del principe La Chiesa fu demanializzata con l’Unità d’Italia e passò di proprietà del Comune. Edificio religioso al suo interno fino agli anni 1980 annoverava numerose opere d’arte di grande pregio come un grande Crocifisso ligneo del tardo XV secolo e due pale di altare dipinte su tela scomparse in quell’anno, di cui una in particolare era assai pregiata.
Lothar Sicker estratto dal fascicolo n 4 – 2009 così parla dell’opera: tela della Madonna dei Cappuccini di Ferentillo di Giovan Domenico Angeli nato a Perugia attorno al 1560 noto come maestro di Antiveduto Grammatica si evince in un contratto dell’11 marzo del 1587 identificato come autore dell’ex pala di altare della Chiesa dei Cappuccini di Ferentillo Madonna in Gloria con San Francesco e Santa Illuminata. Questa è l’unica opera da attribuire al pittore umbro. Altri documenti riguardano la collaborazione con l’allievo Antiveduto che diventerà il suo socio nel marzo del 1596 così come le attività pittoriche di suo figlio Cesare Angelini che continuò a lavorare nella bottega del Padre vicino piazza Sciarra. Nel 1611Cesare ottenne l’incarico da parte della famiglia lombarda Arrigoni di dipingere una grande pala d’ altare che però resta da rintracciare. Molto probabilmente, secondo me, questa seconda tela è l’altra situata in questa Chiesa andata perduta nei furti del 1980.