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Intervista a Ciro Masella che al teatro di Colombella porta in scena “Il Fantasma di Canterville”

PERUGIA – AleggerĂ  domani, 15 dicembre, verso le cinque del pomeriggio dalle parti del Teatro di Colombella, alle porte di Perugia, Il Fantasma di Canterville. A renderlo visibile in tutta la sua essenza sarĂ  l’attore e regista Ciro Masella che, del resto, nella zona ha anche abitato e, pertanto, ne conosce tutti i possibili pertugi.
In scena con Masella ci sarĂ  Giada Madicheschi, mentre non solo le musiche originali ma persino i rumori sinistri della scena, sono stati affidati ad Alessandro Luchi.


Di questo e altro, come nostra consuetudine, parliamo con Ciro Masella.
– Che Oscar Wilde, che Fantasma sarĂ ?
Non l’ho stravolto piĂą di tanto, diciamo che l’ho adattato e mi sono divertito. GiĂ  diversi anni fa ne avevo fatto una versione monologo per l’attrice che adesso è in scena con me, Giada Madicheschi. Lei l’aveva portato in giro in ville molto belle e antiche della Toscana. Fu un’esperienza di lavoro intensa dalla quale venne fuori il monologo che lei ha fatto per diverso tempo. Tre anni fa le ho detto che mi faceva piacere riprenderlo e farlo insieme, giocarci. Quindi ho coinvolto Alessandro Lucchi che è il musicista che lavora in diversi miei spettacoli; siamo ora in tournĂ©e per l’Italia con Canto di Natale.

– Testo abbastanza aderente, dunque, e in scena che accade?
Che noi tre stiamo giocando a fare il Fantasma di Canterville e ci divertiamo molto. Naturalmente il top dell’ambientazione è sotto Halloween, però funziona sempre; l’abbiamo fatto in vari periodi per i ragazzi, per le famiglie.
Ci piace attraversare il testo che è pieno di umorismo, di ironia, di un gioco divertentissimo. Una follia a tre che noi facciamo rispettando Wilde perché io l’ho ridotto e adattato, ma il nucleo centrale è rimasto lui, Oscar Wilde nella sua meraviglia, con la sua ironia, nella sua bellezza e maestosità.
-Perché proprio Wilde?
PerchĂ© lo amo e lo conosco profondamente. Proprio in questi giorni è uscito un post dell’Italian Wilde Society che mi conosce, mi segue e mi stima. Avevo giĂ  fatto parte del cast all’Elfo di Milano di “Atti osceni. I tre processi di Oscar Wilde”” e l’ho ripreso per quattro anni di seguito.
– E poi c’è il rapporto con il Teatro di Colombella che è speciale, no?
Questo è il terzo spettacolo che faccio da loro che sono una realtĂ  deliziosa perchĂ© gestiscono questo teatro in maniera veramente egregia, dando l’anima, sono eccezionali. L’anno scorso ho fatto Canto di Natale. E, prima, il mio “Novecento”. Dopo il restauro, hanno fatto diventare il teatro una sala veramente accogliente, deliziosa. Poi fanno questa roba bellissima anche prima dello spettacolo…
– Ovvero, cosa preparano?
Il figlio di una delle organizzatrici è un pasticcere. Fa cioccolatini artigianali e poi hanno sempre dolci con il the. Diventa una festa conviviale con il pubblico, ed è la cosa che me lo fa amare ancora di più. E poi è un modo per tornare nel “luogo del delitto”, nel posto dove ho abitato per 25 an e a me fa sempre piacere.
-Soprattutto a Natale le radici, anche quelle d’adozione, sono importanti.
GiĂ : pugliesi quelle biologiche, umbre le radici che ho scelto.
– Che cosa prova nel tornare?
A me fa sempre immensamente piacere. Ho la fortuna di poterlo fare: a febbraio tornerò con il mio nuovo lavoro, “L’amico ritrovato”. Sarò a Gualdo Tadino nel circuito dello Stabile dell’Umbria. Diciamo che ogni anno torno una, due, tre volte…quando capita, sempre in posti diversi dell’Umbria perchĂ© poi, ad esempio, Canto di Natale in assoluto debuttò a Corciano. Poi sono stato due anni fa a Terni con il mio spettacolo “Il funambolo della luce. Nikola Tesla, ovvero l’uomo che illuminò il mondo”. Poi le varie rassegne, 13 anni di festival itinerante per tutta l’Umbria.
– GiĂ  che ormai ci siamo… un ipotetico augurio di Oscar Wilde in vista delle feste di Natale?
Censurerebbe, alla sua maniera, cosa sono ormai diventate.
Wilde era un’anima meravigliosa, oltre a essere un artista di grande complessitĂ ; noi lo riduciamo agli aforismi da cioccolatini Perugina, alle frasette. Oscar Wilde, invece, è qualcosa di veramente immenso.
Oggi non avrebbe condiviso quello che il Natale e le sue feste sono diventati, ne avrebbe solo salvato lo spirito.

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